La manovra ha cancellato l’Osservatorio sismologico di Udine e tutto l’Ogs
Tra i vari “enti inutili” cancellati in un colpo solo dalla nuova manovra finanziaria c’è anche l'Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste che ha il suo Centro sismologico a Udine. Sparirebbe, insomma, un centro di eccellenza e di difesa del territorio che tante buone prove di sé ha dato in occasione del terremoto del 1976 e dei molti che sono seguiti.

TRIESTE.
Tra i vari “enti inutili” cancellati in un colpo solo dalla nuova manovra finanziaria c’è anche l'Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste che ha il suo Centro sismologico a Udine. Sparirebbe, insomma, un centro di eccellenza e di difesa del territorio che tante buone prove di sé ha dato in occasione del terremoto del 1976 e dei molti che sono seguiti.
Inevitabili la sorpresa e lo sconcerto non soltanto da parte della popolazione che nell’Ogs ha da anni un punto di riferimento insostituibile, ma anche da parte degli stessi addetti ai lavori direttamente interessati che hanno saputo della novità direttanmente dalla stampa.
«Sarebbe il tracollo. Se dovessero sparire gli enti di ricerca definiti inutili, il Paese continuerebbe a farsi carico dei ricercatori strutturati, ma senza il supporto consistente del lavoro di tantissimi ricercatori che costituiscono uno degli elementi portanti, la forza trainante di tali enti. Ne risentirebbe, alla fine, non solo l’economia nazionale, ma anche quel poco di produttività e innovazione che l’Italia riesce a esprimere con i limitati finanziamenti alla ricerca e la scarsa considerazione per questa attività». È lo sfogo di Iginio Marson, presidente dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale di Trieste (circa 260 dipendenti), uno dei venti e più enti di ricerca nominati da Giulio Tremonti nella manovra.
Dunque l’Ogs - che ha alle sue dipendenze anche il Centro sismologico di Udine - potrebbe essere in buona compagnia (assieme a Isae, Isfol, Sipesl, Inrim Ice, Inaf, Ssica e altri) se la notizia avesse un reale fondamento: come sottolinea il presidente dell’ente con sede a Trieste, infatti, «non è mai arrivata alcuna comunicazione ufficiale dal mio ministero, e dunque non mi capacito per la diffusione di una simile notizia a mezzo stampa».
L’Ogs, riorganizzatosi in Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale nel 1999 grazie al decreto legislativo numero 381/1999, basa le sue attività per metà su finanziamenti governativi (circa 15 milioni l’anno) cui si vanno ad aggiungere quasi altrettanti milioni di euro di cui l’Ente può disporre grazie alle ricerche dei cinque dipartimenti e ai progetti dei suoi oltre 150 ricercatori.
«Sopprimendo questo istituto - affonda Marson - si innescherebbe un circolo vizioso: gli stipendi del personale di ruolo rimarrebbero inalterati, ma mancherebbe la linfa vitale che è il necessario complemento ai primi. Non vedo come si possa pensare di risparmiare in questo modo senza incidere sulla produttività».
Argomenti:lavoro
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto
Leggi anche
Video