La lotteria degli scontrini non piace a bar e negozi: in centro città solo uno su tre si è adeguato

UDINE. La lotteria degli scontrini, per ora, non fa breccia tra gli udinesi. Anche perché locali e negozi che effettivamente si sono adeguati sono davvero pochi, uno su tre in centro storico. Il motivo? Soprattutto i costi di adeguamento delle casse e l’acquisto dei lettori elettronici, che superano i 300 euro. E così anche le categorie economiche bocciano uno strumento pensato dal governo per limitare l’evasione fiscale: «Non ci sembra il momento adatto per l’avvio di un’iniziativa di questo genere», sostiene il presidente di Confesercenti Udine, Marco Zoratti.
L’avvio della lotteria, inizialmente annunciato per il primo gennaio, è slittato fino al primo febbraio. Girando tra le attività del centro, tra lunedì 1 e martedì 2 febbraio, sono davvero poche le realtà già pronte a leggere il codice personale di ogni cliente, che dà diritto a partecipare all’estrazione dei premi a cominciare dall’11 marzo. Pochissimi i bar, più interessati a organizzare al meglio la ripartenza da zona gialla piuttosto che pensare all’adeguamento dei registratori di cassa.
Diverso il discorso nei negozi, dove quelli legati alle grandi catene di abbigliamento sono già pronti, quelli più piccoli ancora no. Ci sono poi le librerie, che da lunedì qualche scontrino legato alla lotteria l’hanno staccato. È il caso della Feltrinelli in galleria Bardelli. Qualche cliente si è fatto coraggio e ha chiesto di poter mostrare il codice generato sul sito www.lotteriadegliscontrini.gov.it.
Una novità che non entusiasma i locali di piazza San Giacomo: al Caffè Portello, per ora, niente lotteria degli scontrini, così come al bar Elite. «Dopo le chiusure per la zona arancione – confessa Adriano Pez – sono più concentrato sulla ripartenza. Mi adeguerò, ma senza fretta». Per mettersi in regola ci sarà tempo fino al primo aprile. Nel negozio di abbigliamento Sun68 di via Rialto l'aggiornamento delle casse non è ancora stato fatto, ma non c’è stata nemmeno una richiesta massiccia da parte della clientela.
Stesso discorso nel punto vendita di Elena Mirò. Nell’occhialeria Fielmann è tutto pronto per partecipare alla lotteria, ma si presentano poche persone con il codice. Scettici sulla validità dell’iniziativa i titolari della farmacia Manganotti di via Poscolle e del bar Ai Bagni di piazzale XXVI Luglio. Soprattutto nei bar, il fatto di far pagare con il bancomat anche acquisti pari o superiori a 1 euro, non piace poiché le commissioni bancarie limitano il già risicato profitto.
«Se non si eliminano le commissioni bancarie, soprattutto nei piccoli esercizi, sarà difficile immaginare il successo dell’iniziativa – aggiunge Zoratti -. Non ci dovrebbe essere alcuna spesa sotto i 50 euro, altrimenti la convenienza viene meno per gli addetti ai lavori. Dalle nostre rilevazioni, risulta che almeno il 50% delle attività cittadine non si sia ancora adeguato.
La lotteria degli scontrini non è partita con il piede giusto». Zoratti è convinto che chi ha messo a punto l’iniziativa non abbia tenuto in considerazione le necessità delle micro-aziende e dei negozi di vicinato. «Non dimentichiamo che bar e ristoranti escono da quasi un anno di chiusura parziale se non totale – conclude Zoratti – chiedere un ulteriore esborso per adeguare i registratori di cassa non ci sembra una grande idea. Evidentemente non ci si rende davvero conto della situazione in cui versano gli operatori del settore». In un tale contesto c’è già chi ipotizza di ritoccare i prezzi all’insù di 5 o 10 centesimi per “coprire” le spese delle commissioni.
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