La lettera dei genitori contro la didattica online: «Chiudere le lezioni in presenza è un grave danno per i ragazzi»

Udine 22 ottobre 2020 Stellini Arrivo dei banchi a rotelle per gli studenti ©Foto Petrussi
Udine 22 ottobre 2020 Stellini Arrivo dei banchi a rotelle per gli studenti ©Foto Petrussi

I rappresentanti dei genitori degli studenti delle scuole superiori della regione hanno inviato questa lettera alle istituzioni nazionali e regionali.

* * *

La presente per esprimere il nostro dissenso in merito alle indicazioni del Dpcm del 24 ottobre 2020, Lettera s) Comma 9. Art. 1, ove si impone l’obbligo di incrementare il «ricorso alla Didattica digitale integrata, per una quota pari almeno al 75 per cento delle attività, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni».

Le risorse investite nella scuola sin dai primi tempi di questa emergenza sanitaria sono state moltissime. Sono le risorse delle nostre tasse. Sono investimenti importanti per il futuro del nostro Paese. In questi mesi le scuole dei nostri territori, affiancate dalle Amministrazioni comunali, hanno lavorato alacremente, si sono organizzate e hanno fatto il possibile per un ritorno in sicurezza nelle aule. Sacrifici e investimenti lungimiranti ed efficaci, seppur perfettibili. Nonostante il dispiego di forze e di risorse messo in campo, questo Dpcm vede gli studenti privati di nuovo della didattica in presenza per frenare la diffusione di un contagio Covid-19 imputabile a ben altri luoghi e altri motivi, ove probabilmente non si è fatto altrettanto: trasporti, mancanza di controlli laddove vi sono assembramenti, non rispetto delle regole di base come distanziamento e uso delle mascherine.

Il problema del sovraffollamento dei mezzi di trasporto, dove il mancato rispetto del distanziamento potrebbe favorire i contagi da Covid-19, viene affrontato con la riduzione drastica della didattica in presenza e la modifica dell’orario di inizio delle lezioni. Non condividiamo e dissentiamo profondamente. Riteniamo, infatti, che la prima misura (Ddi) determini un inaccettabile depauperamento della qualità della didattica, la seconda disposizione (rimodulazione degli orari) metta a rischio gli studenti che dovranno rimanere in strada se i mezzi mantenessero gli stessi orari (sia al mattino, sia nel pomeriggio).

Gli studenti affollano i mezzi pubblici perché non hanno la possibilità di utilizzare mezzi propri per arrivare nelle città ove hanno sede gli Istituti Superiori. Lo spostamento tramite trasporto pubblico per loro è imprescindibile per poter frequentare la scuola in presenza e potersi così avvalere del proprio legittimo e prezioso diritto allo studio.

Il sovraffollamento dei mezzi pubblici è un tema ove la scuola è chiamata in causa senza avere strumenti diretti per poter intervenire come attore principale, la scuola in questo caso subisce azioni di altri, è uno spettatore.

Per risolvere il problema del trasporto pubblico siamo a chiedervi con forza soluzioni alternative alla sospensione della didattica in presenza. Si mettano in campo fondi dedicati, affiancando misure e disposizioni mirate a limitare l’uso dei mezzi pubblici agli studenti e ai cittadini che ne comprovino l’esigenza prioritaria, ad esempio lavorativa o di salute (eventualmente anche viaggiando con apposita autocertificazione che attesti la reale necessità di spostarsi in quello specifico orario).

Si dispongano indirizzi che orientino con più forza le aziende e il mondo produttivo a mettere in campo orari di lavoro flessibile in modo tale da evitare le ore di punta degli studenti o modalità di lavoro agile, ove le attività possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza. Si mettano in campo misure cogenti in quanto urgenti che alleggeriscano il trasporto pubblico nelle ore di punta, per dare la precedenza agli studenti. Se non è stato sufficiente imporre una determinata percentuale della capienza sui mezzi di trasporto pubblico, la si riduca e si eviti l’introduzione della didattica a distanza.

Non chiudete la scuola in presenza solo perché è l’azione di governo tecnicamente più semplice da implementare.

La scuola è luogo di crescita culturale e educativa. Crescita che non può avere luogo attraverso Didattica digitale misura che andrebbe attivata soltanto come extrema ratio. La Didattica Digitale ha introdotto nella scuola criticità lesive del diritto all’istruzione.

Non chiudete la scuola in presenza, sarete responsabili di un grave danno inflitto alle generazioni delle donne e degli uomini di domani.

Coordinamento Regionale Friuli Venezia Giulia

Presidenti di Consiglio

di Istituto


 

Argomenti:coronavirus

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto