La Julia in Afghanistancon un ruolo di comando
La brigata alpina Julia torna in Afghanistan, dove svolgerà un’importante missione al comando delle forze Isaf nelle regioni più “calde” di Herat, Farah, Badghis e Ghor. Sarà il sindaco di Udine, Furio Honsell a salutare gli alpini in partenza per il teatro operativo afgano. La cerimonia, si svolgerà domani dalle 11.

UDINE.
La brigata alpina Julia torna in Afghanistan, dove svolgerà un’importante missione al comando delle forze Isaf nelle regioni più “calde” di Herat, Farah, Badghis e Ghor.
Sarà il sindaco di Udine, Furio Honsell a salutare gli alpini in partenza per il teatro operativo afghano. La cerimonia, si svolgerà domani dalle 11, nella caserma “Spaccamela”, alla presenza del comandante delle truppe alpine, il generale Bruno Petti. Lo schieramento, comandato dal colonnello Luca Covelli, comandante dell’8º Reggimento alpini, sarà composto dal personale del Comando brigata e potrà avvalersi di sottufficiali e ufficiali sloveni e ungheresi, tre Compagnie dell’8°Reggimento di Cividale e Venzone, una compagnia di formazione composta da militari del 7º Reggimento di Belluno, del 2º Reggimento genio guastatori di Trento e dei bersaglieri, una rappresentanza del Reparto trasmissioni e del nucleo carabinieri del Comando brigata.
Il generale Paolo Serra, cocandante della “Julia”, partirà per Herat con il contingente agli inizi di ottobre e per un periodo di sei mesi assumerà la responsabilità del Comando regionale Ovest, il settore occidentale dell’Afghanistan in un’area più vasta della pianura padana, ampia oltre 550 chilometri da ovest a est e circa 450 chilometri da Km da nord a sud. La brigata “Julia” svolgerà il ruolo di comando di tutte le forze Isaf presenti in regione ed avrà il compito di coordinare le varie attività dei quattro Provincial reconstruction team (Prt) presenti nelle province di Herat, Farah, Badghis e Ghor.
Gli alpini contribuiranno, in cooperazione e coordinamen con le forze di sicurezza afhgane, al mantenimento della sicurezza del Paese mediante attività di pattugliamento e attivazione di posti fissi. Saranno inoltre impiegati nelle operazioni disupporto ai progetti di ricostruzione di varie infrastrutture, in particolare, grazie alle offerte raccolte dagli alpini in congedo dell’Associazione nazionale alpini, sarà possibile dare un contributo sostanzioso per il miglioramento dell’attrezzatura del Reparto grandi ustionati dell’ospedale di Herat.
A seguito della collaborazione nata anche con il Rotary club Fvg, gli uomini della Julia porteranno aiuti alla popolazione locale, distribuendo a bambini e adulti migliaia di indumenti in materiale tecnico, offerti dai soci e specifici per resistere alle rigide temperature invernali tipiche dell’Afghanistan.
Al momento, sono circa 2.350 i militari italiani in Afghanistan, tra la capitale Kabul (un migliaio) e la regione occidentale di Herat, dove verrà presto schierato gran parte del contingente.
Il 5 agosto, a Kabul, l’Italia ha ceduto alla Francia il comando della Regione della capitale nella missione Nato-Isaf: un passaggio di consegne che ha avuto come immediata conseguenza il rimpatrio di 300 uomini (sui circa 2.700 fino ad allora complessivamente schierati), e cioè quelli inviati di rinforzo a dicembre 2007 proprio in funzione della presa di comando a Kabul.
Secondo i piani della Difesa, altri 500 militari dovrebbero andarsene dalla capitale afgana entro ottobre, anche se il ministro La Russa ha di recente affermato che «ci è stato chiesto di mantenere qualcuno in più a Kabul: stiamo valutando la situazione». I circa 500 uomini tolti da Kabul – insieme a tre elicotteri, che sono stati trasferiti a Herat proprio in questi giorni – consentiranno comunque di rafforzare il contingente della regione occidentale, che è tutta sotto il controllo italiano: oggi sono 1.400 e diventeranno così 1.900, con 6 elicotteri Mangusta, e 3 velivoli senza pilota Predator.
Con i 500 di rinforzo, il comandante della Regione occidentale – oggi il generale Francesco Arena – potrà contare su due “battle group” e altre aliquote operative per un totale di mille uomini da schierare sul terreno: 500 a Herat e altrettanti a Farah e a Delaram, nel profondo sud della regione ovest, la parte più pericolosa.
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