La guerra dei punti nascita, la manifestazione a Trieste per difendere l'ospedale di Palmanova

TRIESTE. Lo scontro sulla chiusura e apertura dei Punti nascita di Palmanova e Latisana ha bloccato i lavori del Consiglio regionale che in mattinata, dopo l'informativa del presidente Massimiliano Fedriga sul crollo della casa di Gorizia, ha sospeso i lavori per l'approvazione della legge 'Omnibus'.
Alla norma è stato allegato l'emendamento che prevede il trasferimento della struttura, e per ascoltare i sindaci dell'area che stavano manifestando in piazza Oberdan è stata organizzata una audizione con il presidente, il vice Riccardo Riccardi e i capigruppo. «Noi presenteremo ricorso al Tar - ha annunciato il primo cittadino di Palmanova, Francesco Martines - nonostante voi abbiate scelto di fare un emendamento per evitarlo». «Palmanova copre un territorio di 80 mila abitanti e i dati oggettivi dicono che i parti, nonostante il calo fisiologico, sono sopra la soglia minima prevista dalla legge di 500 parti: noi siamo a 780 nel 2018 e le previsioni dicono 760 nel 2019. Vogliamo vedere il documento di cui parla Fedriga».
«La giunta ha fatto la scelta giusta per salvare i due ospedali - ha invece detto il primo cittadino di Latisana, Daniele Galizio - una scelta che noi aspettavamo». Il sindaco di Lignano Luca Fanotto ha posto l'accento anche sui flussi turistici «nel mio comune ci sono 220 mila persone ogni giorno. Il Punto nascita è collegato anche all'area emergenza/urgenza un elemento che viene preso in considerazione da chi sceglie le vacanze. Lignano e la bassa sono decentrati e avere presidio sanitario ha risvolti rilevanti sull'offerta turistica per questo è giusto riaprire Latisana».
Maggioranza e opposizioni divise. I capigruppo di maggioranza (Lega, FdI, Progetto Fvg e Forza Italia) e M5S difendono la decisione di chiudere il Punto nascita di Palmanova e riaprire Latisana; le opposizioni (PD, Patto autonomia, Cittadini, Open Fvg) invece attaccano sul metodo. All'audizione dei sindaci della bassa, che ha interrotto il Consiglio Fvg impegnato nella approvazione della legge 'Omnibus' con l'emendamento che interviene sulle strutture, anche i capigruppo hanno espresso un parere. Furio Honsell (Open Fvg) definisce il comportamento della maggioranza «imbarazzante, un modo improvvisato di affrontare il tema della programmazione sanitaria».
Massimo Moretuzzo (Patto autonomia) dice: «Abbiamo già manifestato un forte imbarazzo per la contrapposizione dei sindaci su un tema che merita una discussione approfondita». Sergio Bolzonello (Pd) è stupito perché «era in discussione una 'Omnibus' senza troppi argomenti e invece arriva un emendato che stravolge interi territori. Un documento presentato all'ultimo senza la possibilità di essere discusso in modo approfondito». Tiziano Centis (Cittadini) ha chiesto «i dati per confermare questa scelta, ritengo inoltre che un emendamento in una omnibus non sia dignitoso», aggiunge.
Per la maggioranza Mauro Bordin (Lega): «Quando noi parliamo di materia infantile non parliamo solo di punto nascita e la pediatria viene ad assumere un importante aspetto nella scelte delle vacanze. È una tematica che si discute da 20 anni, il vicepresidente Riccardo Riccardi ha approfondito la questione in questi mesi e all'interno del territorio ha fatto più visite. L'amministrazione ha il dovere di prendere le decisioni, abbiamo deciso per un emendamento perché serviva una decisione urgente rispetto alla programmazione unitaria complessiva». Mauro Di Bert (Progetto Fvg) ha chiesto il rispetto per Palmanova:«voglio la certezza che le promesse per valorizzare l'ospedale siano mantenute», mentre Alessandro Basso (Fdi) parla di una scelta presa «correttamente sia nel metodo che nel merito. Abbiamo ricevuto motivazioni rassicuranti sulla scelta». Il M5S con Andrea Ussai, per voce della capogruppo Ilaria Dal Zovo, auspicava «una programmazione complessiva. Sono concorde che la delibera era meglio dell'emendamento, finalmente la politica si fa carico di una scelta, non confido il metodo ma bisognava prendere una decisione».

Partita anche la raccolta di firme. I cittadini sono invitati dall’amministrazione comunale (compatta in questa battaglia a difesa dell’ospedale) anche a far sentire la propria voce firmando la petizione cartacea e il suo gemello online. Il termine per apporre la propria adesione è fissato al 30 giugno. Il bacino nel quale si sta proponendo la raccolta è ampio. Testo e moduli sono stati inviati a 25 comuni: Cervignano del Friuli, Palmanova, Chiopris Viscone, Trivignano Udinese, Visco, Santa Maria la Longa, Bicinicco, Gonars, San Vito al Torre, Aiello del Friuli, Bagnaria Arsa, Campolongo Tapogliano, Ruda, Fiumicello Villa Vicentina, Aquileia, Terzo d’Aquileia, Torviscosa oltre a Mortegliano, Castions di strada, Medea, Gradisca d’Isonzo, Romans d’Isonzo, Buttrio, Pavia di Udine e Pradamano. Inoltre verranno proposti banchetti ai mercati di Cervignano del Friuli, Palmanova e Mortegliano, oltre che davanti all’ospedale. Molti i negozi che hanno dato la disponibilità a raccogliere le firme.
«Da sabato – afferma il primo cittadino – sono state già raccolte 2.500 firme cartacee a cui vanno sommate le oltre 2.000 online. Tantissimi cittadini si sono mobilitati, da tutto il territorio della Bassa friulana. Il nostro obiettivo è quello di raccogliere almeno 10 mila firme in brevissimo tempo. Invito coloro che vogliono aiutarci in questa battaglia, a venire in Comune a Palmanova e richiedere i moduli. Serve un movimento di popolo, l’impegno di tutti, per evitare chiusure scellerate, incomprensibili e fuorilegge».
Il testo della petizione. La raccolta di firme chiede di «mantenere il punto nascita di Palmanova e di garantire i servizi dell’ospedale unico Palmanova-Latisana implementando e non riducendo alcuna delle specializzazioni presenti nell’ospedale di Palmanova». Fa notare che «il punto nascita di Palmanova risponde ai criteri posti a fondamento della riforma del sistema sanitario regionale, per elevati livelli di qualità e sicurezza, con una media di 828 parti all’anno negli ultimi 10 anni e con 780 parti nel 2018 (+6% rispetto al 2017) è l’unico ospedale (assieme a Pordenone) in controtendenza rispetto al generale calo delle nascite (-2%), è ai primi posti in Italia per la bassa percentuale di cesarei effettuati e detiene il primato regionale per il ricorso alla parto-analgesia». Si evidenzia la baricentricità della struttura, punto di riferimento per tanti comuni non solo della Bassa friulana, si rigetta la chiusura del punto nascita e «il possibile conseguente ridimensionamento dei servizi dell’intera struttura ospedaliera».
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