Riapre il punto nascita di Latisana, Palmanova lo perde ma diventa un super ospedale

TRIESTE. La maggioranza di centrodestra ha deciso: il punto nascita nella Bassa friulana passa da Palmanova a Latisana e, in cambio, il nosocomio palmarino si trasformerà in un “super centro” nel momento in cui – parliamo di fine anno – verrà definita la programmazione sanitaria per i prossimi anni.
Ma l’emendamento presentato dall’assessore Riccardo Riccardi alla legge “omnibus” con cui, appunto, si interviene sul braccio di ferro legato ai punti di nascita arriva soltanto al termine di una giornata convulsa, di scontro politico, anche interno alla maggioranza, e in cui al centrodestra servono due riunioni fiume per mettere d’accordo tutti. E la sensazione è che, esattamente come per la riforma Telesca, la battaglia non sia finita.
Subito sospensione. Non c’è nemmeno il tempo di avviare i lavori d’Aula che la Lega chiede una pausa per trovare una sintesi sull’emendamento da presentare: la chiusura del punto nascita di Palmanova e la riapertura di quello di Latisana. Nel Carroccio, si sa, le anime sono divise tra chi spinge per Latisana (in primis il capogruppo Mauro Bordin assieme a Maddalena Spagnolo) e coloro che invece vogliono difendere Palmanova (leggasi Mauro Budai, presente anche alla manifestazione di sabato).
Ma i mal di pancia in maggioranza si allargano agli altri partiti con Mauro Di Bert (Progetto Fvg) e Franco Mattiussi (Forza Italia) – entrambi in piazza a Palmanova - i quali, anche per esigenze di rappresentanza territoriale – esattamente come per i “latisanesi”, sia chiaro –, non vedono di buon occhio la chiusura di Palmanova. La partita è delicata, in campo c’è in prima persona Massimiliano Fedriga e dopo un’ora e mezza abbondante di confronto la maggioranza esce con una sostanziale decisione che prevede, appunto, la riapertura di Latisana, ma soltanto in cambio del potenziamento di Palmanova.
Emendamento e Odg. Nel primo pomeriggio, dopo una seconda riunione, il centrodestra trova l’accordo definitivo. L’emendamento di Riccardi prevede che «il presidio ospedaliero di base spoke Latisana e Palmanova assicura le degenze della funzione di ginecologia e ostetricia con punto nascita, ivi compresa la pediatria, nella sede operativa di Latisana». In cambio, però, viene predisposto un ordine del giorno che impegna la giunta a creare una sorta di “super ospedale” a partire dal prossimo anno.
All’atto della definizione della programmazione sanitaria, prevista in autunno, il nosocomio palmarino diventerà Centro di riferimento per la chirurgia protesica (2 mila interventi all’anno), mammaria (200) e pure oculistica con una particolare attenzione per gli interventi di cataratta (2 mila). E se non verrà toccata l’area dell’emergenza-urgenza, così come le specialità di medicina, a Palmanova si ricostituirà anche la struttura di nefrologia e dialisi che, perciò, non sarà più accorpata a Gorizia-Monfalcone.
Botta e risposta. Basta che la notizia dell’emendamento arrivi in Aula e lo scontro politico divampa. «Finalmente garantiamo un futuro vero all’ospedale di Palmanova – sostiene Massimiliano Fedriga – a differenza di chi, in questi giorni ha strumentalizzato la vicenda e che vuole davvero uccidere il nosocomio palmarino.
Con il completamento dei lavori a Udine, fra un anno e mezzo, il numero dei parti a Palmanova, priva di un bacino ampio come quello di Lignano in estate e del Veneto orientale, sarebbe crollato. Così, invece, realizzeremo un super ospedale che ci consentirà anche di abbattere le liste d’attesa e garantire servizi migliori». Pronta, e irata, la replica del Pd. «Siamo di fronte a una vergogna che non ha pari nella storia della Regione – tuona il segretario Cristiano Shaurli -. Una scelta di questo tipo, così impattante, viene fatta non con una legge vera e propria, ma con un emendamento a margine di una norma “omnibus” senza alcun confronto preventivo né in Commissione né con i medici. Invito, comunque, tutti i consiglieri di maggioranza a fare attenzione a cosa voteranno perché tra ricorsi al Tar e Corte dei conti la partita difficilmente si chiuderà con questo emendamento.
La nostra scelta di sospendere e non chiudere Latisana? La rivendico perché era fondamentale verificare i flussi dei parti nell’area prima di prendere una decisione definitiva». Secca la chiosa di Riccardi. «Le lezioni di educazione istituzionale – spiega – da chi ha fatto sospendere il punto nascita di Latisana con una lettera di un dipendente non le accetto. Il Pd non ha avuto nemmeno il coraggio di decidere».
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