La denuncia presentata da Englaro: sono indagati sette siti Internet

“Animale assetato di sangue”. “Lucido aguzzino”. “Belva”. Parole scritte e diffuse via Internet il 9 febbraio, il giorno della morte di Eluana Englaro a Udine. Parole che sono alcune tra quelle incriminate e contenute nell’esposto che papà Beppino ha depositato alla Procura di Lecco per diffamazione. I siti finiti nel mirino del pm sono sette.
di
Anna Buttazzoni
UDINE.
“Animale assetato di sangue”. “Lucido aguzzino”. “Belva”. Parole scritte e diffuse via internet il 9 febbraio, il giorno della morte di Eluana Englaro a Udine. Parole che sono alcune tra quelle “incriminate” e contenute nell’esposto che papà Beppino ha depositato alla Procura di Lecco, per diffamazione. Frasi che, come spiega il legale di Englaro Giuseppe Campeis, esulano dalla libertà di critica.


La documentazione, predisposta dall’avvocato Carlotta Campeis, è stata presentata da Englaro in Procura nei primi giorni di maggio e ha portato a indagare una trentina di persone per diffamazione. I siti finiti nel mirino del Pm lombardo Paolo Del Grosso, sono sette, quelli indicati nell’esposto, fatti risalire anche al mondo cattolico. “Ultimenotizie.tv”, il forum di “Panorama.it”, “Quotidiano.net”, “Myblog”, “Cattolicesimo.ue”, “Culturacattolica.it” e “Azioneetradizione.it”, le pagine web dell’omonimo movimento politico cattolico, il cui responsabile è Gianvito Armenise, uno degli indagati, come reso noto dal suo ufficio stampa. E sono una trentina gli articoli e i post nei forum messi sotto indagine. Tutti per frasi diffamatorie, sostengo i legali, che hanno fatto trasalire papà Beppino, arrivato alla decisione di presentare l’esposto, divenuto un documento voluminoso.


Molti degli articoli e dei commenti diffusi in rete, sono stati scritti il 9 febbraio e i toni sono duri. «Eluana è morta – recita una delle frasi – e non è morta di sua spontanea volontà, ma l’hanno ammazzata i genitori e questo è un purissimo omicidio». «Morire di fame e sete – si legge in un altro sito – è il peggior modo di uccidere un corpo che non può reagire». E ancora: «Che padre sei? Ti faceva schifo? Non riuscivi più a guardarla?». «Ingisutizia è fatta». «I delinquenti hanno raggiunto il loro scopo».


E dure sono anche le espressioni rivolte a Beppino Englaro, definito «il padre assassino», un «omicida», un «cialtrone», un «mostro», una «belva», un «paranoico», il «lucido aguzzino di una creatura indifesa che ha avuto la sventura di portare il suo cognome». L’esposto, come ha spiegato Campeis, ha ridotto all’osso tutto quanto detto e scritto su questa vicenda «e per noi era doversoso procedere, perchè Beppino ha già sofferto molto», ha spiegato il legale. E sono stati passati al setaccio i siti e i blog su internet, «perchè l’obettivo di Engalaro è dimostrare che anche chi opera sulla rete deve seguire delle regole e non può esserne immune», conclude Campeis.


Sarà ora la Procura di Lecco a individuare i responsabili e gli autori delle pubblicazioni, alcuni dei quali sono immediatamente riconoscibili, altri invece coperti da nickname, dei soprannomi. E sarà sempre la Procura a “smistare” per competenza i procedimenti alle diverse sedi della magistratura competenti per territorio.


Se quella di Beppino è una querela unica, altre otto, invece, sono state presentate da Amato De Monte, il primario udinese di rianimazione, guida dell’associazione Per Eluana che ha seguito la donna nel suo ultimo viaggio. A differenza di Beppino, il medico ha presentato querele per diffamazione, ed eventuale calunnia, per parole scritte e affermazioni su internet, sulla carta stampata e in televisione.


Le querele, predisposte sempre dallo studio Campeis, sono state depositate alla Procura di Udine, ma anche a quella di Milano. E anche in questo caso, rivelano i legali, si tratta della summa delle prese di posizione più gravi nei confronti del primario e diffuse attraverso i mezzi di comunicazione. E c’è anche una denuncia per uno striscione anonimo, appeso fuori la casa di riposo “La Quiete”, dove Eluana ha cessato di vivere, che riportava la scritta «Amato De Monte boia».
Argomenti:eluana

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto