La denuncia dell’opposizione: «Evidente conflitto d’interessi»
Marco Bisiach
«Poco opportuno», per qualcuno. Più chiaramente in «palese conflitto d’interessi» per qualcun altro. In ogni caso, non passa inosservato tra i banchi dell’opposizione in Consiglio comunale l’affidamento dell’attività del “Bar Museo” in borgo Castello da parte dell’Erpac alla società che fa capo all’assessore comunale Arianna Bellan, già titolare proprio nel suggestivo borgo ai piedi del maniero dell’Enoteca Borgo Castello 3. Tanto che, in una prossima seduta dell’assemblea civica, potrebbe persino approdare una sorta di mozione di sfiducia. «È un’azione sulla quale penso ci confronteremo, visto il palese conflitto di interessi che si configura in questa situazione – dice il consigliere del Forum, Andrea Picco -. Con una battuta mi verrebbe da dire che Bellan ha finalmente trovato la sua strada, quella dell’imprenditrice, ma allora mi aspetto le sue dimissioni dal ruolo di assessore. Personalmente ritengo che l’assessore non avrebbe dovuto partecipare alla procedura per l’affidamento, o in alternativa, scegliendo in maniera assolutamente lecita di farlo, avrebbe dovuto fare un passo indietro dal suo incarico pubblico».
«Se l’affidamento fosse effettivamente confermato, direi che si tratterebbe di un qualcosa di inopportuno – dice anche Marco Rossi, capogruppo del Pd -, perché un assessore dovrebbe astenersi dal partecipare a certi bandi, così come sostenevo che un consigliere comunale o un assessore dovrebbe evitare di partecipare ad un concorso pubblico nel proprio Comune. Ci sono cose non vietate dalla legge, ma non opportune per una questione di correttezza».
Sulla stessa linea di pensiero anche Silvano Gaggioli (Gorizia c’è), che osserva come «a questo punto la stessa imprenditrice, che è anche assessore comunale, gestisce tutti i locali presenti nel borgo Castello», che per la sua centralità e importanza nelle strategie turistiche della città è spesso al centro di progetti e iniziative promosse dal Comune. Anche per questo Rosy Tucci di “Gorizia è tua” guarda oltre, e reputa «l’assegnazione del Bar Museo all’assessore ai Lavori pubblici nonché anima di Gusti di frontiera propedeutica ad un nuovo percorso lavorativo fuori dal Comune», e questo «considerando che i termini incompatibilità, inopportunità e conflitto d’interessi sono stati evocati per diversi consiglieri in situazioni molto meno eclatanti».
Infine, Roberto Collini di “Percorsi goriziani” sceglie di liquidare la vicenda con un «tiepido no comment», ma coglie anche l’occasione «per ricordare che tre anni fa, in campagna elettorale, qualche virgulto del centrodestra si era inventato una mia presunta incompatibilità alla Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia, dimostrando, con quegli attacchi, di avere scarsa dimestichezza con l’intelligenza oltre che con la conoscenza delle regole”. —
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