La crisi della Sacilese calcio: società sfrattata, ma Baù la vende ai romani

SACILE. Proprio nel giorno della vendita – il presidente Baù ha venduto la società a una cordata romana – per la Sacilese calcio in arrivo lo sfratto dal Polisportivo 25 aprile-Aldo Castenetto.
Se così fosse alla ripresa del campionato dopo la pausa natalizia (domenica i biancorossi sono in trasferta contro la Virtus Vecomp) la squadra rischia di trovarsi senza campo di gioco. La notizia arriva direttamente dal sindaco Roberto Ceraolo.
«Dopo aver contestato la mancata manutenzione dell’impianto sportivo – dice – e applicato le penali previste dalla convenzione ora ci stiamo attivando per la revoca della gestione affidata alla Sacilese calcio».
Il sindaco lascia intendere che, oltre a quelli noti, ci sono altri problemi su cui, peraltro, sorvola in attesa magari di essere più chiaro in sede istituzionale. In città si parla, ad esempio, di bollette non pagate il cui onere, proprio in virtù della convenzione, è a carico della società sportiva.
Della crisi che sta vivendo la Sacilese calcio si parlerà, intanto, martedì anche in consiglio comunale a seguito della presentazione di un ordine del giorno da parte dei consiglieri del Pd.
Non ammesso alla discussione nell’ultima seduta, perché ritenuto rilevante ma non urgente dal presidente Marco Bottecchia (genero dell’ex presidente Gianpaolo Presotto, ndr), il documento impegna il sindaco Roberto Ceraolo e l’assessore allo sport Claudio Salvador a riferire alla competente commissione consiliare.
Tre le questioni portate all’attenzione dell’amministrazione comunale: se sussistano ancora le condizioni sulla base delle quali è stata sottoscritta la convenzione con la Sacilese per la gestione del Polisportivo 25 aprile; se la società sta rispettando gli impegni; se il contributo concesso allo storico sodalizio sportivo è stato utilizzato secondo quanto previsto dal relativo decreto.
Alla base dell’iniziativa dei gruppi di opposizione che fanno riferimento al Pd le notizie relative ad un presunto dissesto finanziario della società ora presieduta da Francesco Baù che sta suscitando preoccupazione fra gli addetti ai lavori e agli appassionati sacilesi ma non solo.
Secondo i firmatari dell’odg, inoltre, la vicenda sta creando un notevole danno di immagine alla città e potenziali disservizi ai cittadini. Sulla questione il primo cittadino, che si sente per certi versi tradito dal presidente Baù cui aveva concesso al suo arrivo in riva al Livenza un’apertura di credito assolutamente non ripagata, ha per altro già preso posizione.
«Il Comune – ha precisato il primo cittadino, tifoso della squadra biancorossa che segue (meglio sarebbe dire seguiva) spesso nelle partite interne – è affezionato alla Sacilese e soffre della situazione che si è venuta a creare ma non abbiamo avuto alcun ruolo in questa vicenda.
Il Comune, chiaramente, non può far tutto e non mi sogno nemmeno di aumentare le tasse per il calcio. Ho bussato – continua Ceraolo – a tutte le porte quando la precedente presidenza mi ha avvisato dell’intenzione di passare la mano. Ma sono rimaste chiuse.
Oggi possiamo solo verificare che sia pienamente rispettata la convenzione per l’uso della struttura che risponde al nome di Polisportivo 25 aprile-Aldo Castenetto. E – ha concluso – saremo assolutamente rigorosi». Impegno rispettato come si può desumere prima dalla diffida poi dalle penali e ora dall’avvio della procedura di revoca della gestione.
Resta però irrisolto il problema di una società che rischia il fallimento e quindi di ritrovarsi in terza categoria.
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