La Corte dei conti "boccia" la riforma sanitaria. Serracchiani: "Una relazione discutibile"

TRIESTE. La Sezione regionale di controllo per il Friuli Venezia Giulia della Corte dei Conti, nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica per l'anno 2017 presentato in Consiglio regionale, boccia la riforma sanitaria.
«Emergono, a ogni livello, la penetrante incidenza delle riforme in atto sugli assetti istituzionali e organizzativi degli Enti regionali e le correlate problematiche di sistema, oggettivamente complesse, che debbono essere avviate a soluzione».
Così si legge nel terzo Rapporto consecutivo che la Corte rilascia all'organo consiliare quale frutto della programmazione dei suoi controlli e, con la valutazione dei risultati ottenuti, si pone l'obiettivo di fornire utili elementi per la ricalibratura degli interventi che si fossero dimostrati poco efficaci.
«Particolare attenzione - prosegue il rapporto - va riservata al livello degli Enti locali che finora, tranne isolate eccezioni, non ha presentato casi di grave deficitarietà finanziaria. Proprio per salvaguardare questa virtuosa caratteristica delle Autonomie locali del FVG è indispensabile cogliere tempestivamente i segnali di debolezza che provengono dagli Enti e dare loro un'adeguata risposta, che presuppone una generale chiarezza e consapevolezza circa la funzione che ogni soggetto coinvolto dalla gestione è tenuto a esercitare, con professionalità e secondo costruttive logiche di confronto», conclude la magistratura contabile.
SERRACCHIANI: "UNA RELAZIONE DISCUTIBILE"
«Assieme a parecchi passaggi assolutamente condivisibili, ce ne sono alcuni molto discutibili sul sistema sanitario regionale, che richiedono l'apertura di un contradditorio». la presidente della Regione, Debora Serracchiani, commenta così il rapporto della Corte dei Conti.
«Ho già chiesto formalmente - aggiunge Serracchiani - di incontrare il Presidente della Sezione assieme all'assessore alla Salute, per un confronto su alcune valutazioni generiche che poggiano su dati assolutamente incompleti».
In particolare, Serracchiani indica che «il fascicolo elettronico è entrato in vigore, come da data fissata dal livello nazionale, il primo gennaio 2018, dunque non possono esistere dati riferiti al 2016, ed è quindi illogico sostenere che non viene utilizzato in Fvg, perché prima di un mese fa non c'era. In secondo luogo la valutazione della performance cita soltanto uno studio e, di questo, viene menzionato un solo indicatore. Invece tutti gli indicatori relativi al servizio sanitario del Fvg sono positivi; compresi quelli dello studio che viene citato dalla relazione, del quale sono già consultabili i dati provvisori del 2017. Abbiamo tutte performance che migliorano, tra il 2016 e il 2017. Ce lo dicono il Rapporto Ambrosetti Crea, il Piano nazionale degli esiti e pure lo studio del Sant'Anna di Pisa».
Secondo Serracchiani «è evidente quindi che serve un confronto e che questa è un'esigenza generale, a largo raggio. Ad esempio le osservazioni sulla riforma degli Enti Locali, che pure direi apprezzata dalla Corte sia per la razionalizzazione, sia per i risparmi di spesa, sia anche per il fatto che non soltanto mette insieme funzioni, servizi e competenze, ma mira a rilanciare interi territori.
È equo il ragionamento sulle partecipate, che dimostra non soltanto che le abbiamo ridotte di numero in modo rilevantissimo, ma che abbiamo anche salvaguardato l'occupazione delle partecipate dismesse, individuando percorsi positivi a partecipate che erano in difficoltà. Tra queste vanno ricordate l'Aeroporto del FVG, il Polo tecnologico di Pordenone e soprattutto Banca Mediocredito. La magistratura contabile esprime al meglio le sue competenze quando si muove sul terreno che le è proprio, ossia quando esamina conti e bilanci. Ci sono ambiti, come la salute, che richiedono specializzazioni diverse o ulteriori, soprattutto - conclude - se si deve condensare lo stato della sanità regionale in due pagine sulle 20 della relazione».
RICCARDI: UN FALLIMENTO LE RIFORME PROPOSTE
«La Corte dei Conti, attraverso il Rapporto sul coordinamento della Finanza Pubblica Regionale si è pronunciata sul Sistema Sanitario Regionale, sulla riforma delle Uti e sul sistema della Autonomie locali in un crescendo di rilievi di criticità che sono riusciti a piegare la tradizionale boria di Debora Serracchiani che ha commentato esprimendosi sommessamente».
Lo afferma il capogruppo consiliare di Fi, Riccardo Riccardi. In una nota Riccardi aggiunge che «sui meccanismi di compartecipazione al gettito Iva, Caruso ha sottolineato che 'l'allargamento delle fonti di entrata dovrebbe produrre un effetto stabilizzante dei flussi totali di entratà. Significa che gli allarmi sulla tenuta dei conti della Regione che abbiamo lanciato ormai da tempo sono fondati e condivisi anche da organi istituzionali neutri come la Corte dei Conti». Sulla riforma delle Uti Riccardi sottolinea che «decine di amministrazioni locali non ha aderito alla riforma di grande successo della Serracchiani.
Ci stanno consegnando una regione spaccata, frammentata, imbufalita, dove le istituzioni per parlarsi vanno in tribunale. Il rapporto sottolinea un'evidenza che stiamo denunciando da quando hanno varato la scellerata riforma delle Uti: oggi viviamo una realtà estremamente variegata che non si concilia con le finalità di razionalizzazione necessarie al buon funzionamento del sistema».
Infine sulla sanità, per Riccardi «il Rapporto della Corte dei Conti evidenza la disfatta totale della riforma Telesca, la mancanza di visione e di connessione con la realtà. È stato creato un mostro, un disastro che stanno pagando i cittadini sulla loro pelle. Stiamo parlando dell'area della prevenzione e dell'area ospedaliera che, lo riporta la Corte, vede il nostro Sistema sanitario regionale perdere posizioni, scendendo ancora nella graduatoria delle Regioni nelle classifiche nazionali. E a questo si aggiunga che la Corte rileva un ulteriore peggioramento nell'area del percorso emergenza-urgenza. Queste parole certificano la dissoluzione, volontaria e programmata, di una certezza fondamentale dei cittadini: quello del diritto alla salute», conclude.
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