La colombella nidifica nel Vinchiaruzzo

La scoperta di Mauro Caldana, dei Naturalisti: «Il columbiforme arricchisce la biodiversità del Friuli»

CORDENONS. La sua presenza era nota da qualche tempo, ma che questo columbiforme assai raro avesse scelto proprio la zona del Vinchiaruzzo per nidificare è stato confermato solo pochi giorni fa. E rappresenta una scoperta che arricchisce la biodiversità del Friuli. Si tratta della colombella, un uccello della famiglia dei columbidi dall’indole molto schiva e difficile da farsi avvicinare. Anche per questo l’impresa in cui nell’ultimo anno si è cimentato il cordenonese Mauro Caldana dell’Associazione naturalistica di Cordenons segna un passo avanti nella scoperta dell’habitat naturale locale. Caldana, dopo averle seguite e osservate da tempo, pochi giorni fa ha scoperto il nido di due coppie di colombelle, all’interno delle fessure create a loro volta da un altro uccello che da una decina d’anni abita il Vinchiaruzzo, il picchio nero.

«Anche tra gli animali il lavoro dell’uno può facilitare quello dell’altro – osserva Caldana – così, all’interno delle cavità che il grande picchio nero scava negli alberi del Vinchiaruzzo, per rifugiarsi nelle notti invernali, in primavera si riproduce la colombella (Columba aenas). È una buona notizia – sottolinea – non essendo nota, almeno negli ultimi decenni, la nidificazione di questa specie di colombo selvatico nell’intero triveneto».

La colombella vive di norma sotto i mille metri di altezza, in boschi e foreste. In Italia ha una distribuzione frammentata che include soprattutto Appennino centrale e meridionale e Pianura Padana occidentale, fino alle Prealpi. Per scoprirne i nidi, Caldana si è fatto assistere da un ornitologo che li ha raggiunti con una microcamera, trovandovi le uova e i pulcini. «L’arrivo del picchio nero ha facilitato la nidificazione della colombella, che è diversa dal colombo domestico e dal colombaccio di città». (mi.bi.)

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