La Chiesa contro santoni e finti guaritori
In curia si teme che si generino false aspettattive in persone già alle prese con gravi problematiche
Un deciso «stop» a «incontri di preghiera per ottenere la guarigione, presieduti da persone non autorizzate», indicazioni alle parrocchie contro «confusioni e abusi» legati a «forme liturgiche distolte che creano disagio e confusione nei fedeli». Il ministero dell’esorcismo deve essere esercitato «dalle persone nominate dal vescovo» e, soprattutto, «grande cautela» davanti a chi si attribuisce «carismi e poteri soprannaturali, visioni, rivelazioni celesti tali da indurre una credulità popolare». Infine occorre evitare «anche per pura curiosità» riunioni di preghiera non autorizzate. E’ stato firmato anche dal vescovo della diocesi di Concordia-Pordenone, monsignor Ovidio Poletto, assieme ai presuli di Udine, Trieste e Gorizia, il documento che riporta la barra al centro nella religione cattolica e mette un freno ai facili eventi “paranormali” e mistici. Un documento che potrebbe avere conseguenze pratiche anche nella Destra Tagliamento dove alcuni “fenomeni” e movimenti sono stati finora più tollerati che riconosciuti e incoraggiati. Nessuno mette naturalmente in dubbio la buona fede di chi frequenta queste assemblee, ma la Chiesa teme una degenerazione nella “credulità popolare”. Nel Sanvitese, ad esempio, vi sarebbe un religioso che di sua iniziativa ogni settimana riceverebbe decine di persone per la recita della preghiera di guarigione da una malattia. Pratica, appunto, di cui s’è sparsa la voce nel tempo, tanto che le richieste di incontrarlo arriverebbero anche dal Veneto. Nella comunità di Borgomeduna, invece, anni addietro s’era inserito nel cammino religioso una donna che sosteneva di essere ispirata dalla Madonna per aiutare la gente. Il sacerdote di allora non le vietò di partecipare agli incontri, purché in forma strettamente privata. La stessa avrebbe traslocato nell’hinterland pordenonese, più a nord, in una comunità dove con regolare scadenza si tengono assemblee per la recita del rosario. «Se qualcuno lo chiedeva – hanno riferito alcuni che vi hanno preso parte – assicura la preghiera per le persone malate o in difficoltà». Si parla dell’arrivo di pullman per partecipare a questi incontri di preghiera, tanto che sarebbero già intervenute le gerarchie della chiesa locale chiedendo una relazione singola o di gruppo sui motivi della partecipazione dei fedeli a questi incontri. Ancora diverso il fenomeno Medjugorie, dove si verificherebbero apparizioni e la Madonna affiderebbe a veggenti i messaggi per i fedeli, ma dove il riconoscimento ufficiale della chiesa ancora non c’è. Decine di pullman partono anche dalla provincia di Pordenone per la Bosnia-Erzegovina: tanti i fedeli, devoti alla Madonna, che almeno due volte l’anno vi si recano e tutti, una volta rientrati, sostengono di avere percepito cambiamenti ed essere rimasti particolarmente colpiti. Da qui il diffondersi anche nel Friuli occidentale delle ormai note “croci bianche” che contraddistinguono il movimento. Nell’area pedemontana, invece, si ritrova costantemente un gruppo di fedeli, organizzati in associazione, che si pone “ai margini” dell’insegnamento della Chiesa, quella insomma più “tradizionalista”, verosimilmente “lefreviana”. Vi sarebbero poi un paio di persone di una certa età che vengono chiamate “guaritrici” e che ricevono in casa: un fenomeno sommerso e collegato a chi si ritiene dotato di poteri taumaturgici, che non vengono riconosciuti dalla Chiesa. La quale diffida, ormai da diverso tempo, anche dei cosiddetti “indemoniati”, tanto che da alcuni anni è stata abolita anche la figura dell’esorcista ufficiale. Di volta in volta, infatti, al vescovo vengono sottoposti eventuali casi e, se da risolvere, è lo stesso presule a conferire un incarico specifico per procedere. Attenzione anche ai casi dei “santoni”, la Chiesa non gli ammette. L’ultimo, a luglio 2007, quando al Deposito Giordani di Pordenone giunse un guaritore africano. Che fece il pieno di gente.
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