La caserma viene ripulita «ma non ospiterà profughi»

VIVARO. Hanno preso il via ieri le operazioni di pulizia dell’ex caserma Vincenzo De Michiel. Un’attività resa necessaria dallo stato di degrado in cui versa l’ex presidio militare, in passato sede del settimo battaglione carri Di Dio e della compagnia controcarri Garibaldi (sino al 1991, quando c’è stato il trasferimento a Caserta), e sollecitata da una ordinanza emessa dall’amministrazione comunale di Vivaro, a firma del primo cittadino Mauro Candido, intimando all’esercito (e in particolare al 12º reparto infrastrutture, con sede a Udine) di provvedere alla manutenzione della dismessa struttura che, negli anni d’oro, ospitò sino a 500 soldati. Un passato glorioso di cui, visto lo stato in cui si trova la De Michiel, è rimasto solamente un lontano ricordo.
«E pensare che si trattava di una caserma molto importante – dice sconsolato il sindaco – in quanto base logistica per reparti di passaggio in addestramento sul Cellina-Meduna. Purtroppo è un capitolo della storia di Vivaro che si è chiuso – prosegue –, ma, visto che si tratta di un bene di proprietà del ministero della Difesa, e quindi dello Stato, ci siamo attivati richiedendo all’esercito di prendersi almeno cura delle pulizia e della manutenzione delle aree più prospicienti alla strada». Da qui l’invio di un ricco dossier, corredato di foto, e l’emissione di una ordinanza con la richiesta all’esercito di rimediare in particolare alla crescita di vegetazione incontrollata sia all’interno sia all’esterno della recinzione, «possibile causa della proliferazione di animali (ratti, serpenti, zanzare) e di incendi specialmente durante l’estate con evidenti rischi per la popolazione». Operazioni di pulizia, iniziatesi a tempo di record, a pochi giorni dall’invio dell’ordinanza, e, tiene a precisare Candido, «a costo zero per le casse del Comune».
Ma questa non è l’unica precisazione: «Già ieri circolavano voci secondo cui staremmo ripulendo la caserma per accogliere profughi e rom. Tengo a precisare che non sono stato io a tollerare per vent’anni la presenza di un campo rom a Vivaro e a concedere contributi agli stessi con buoni dell’economato comunale», sottolinea il sindaco. «Come al solito – conclude Candido – le bugie hanno le gambe corte e il tempo è galantuomo: la serietà e la coerenza, infatti, alla lunga, ripagano degli sforzi profusi».
Guglielmo Zisa
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