La “Casa di Emmaus”: da quarant’anni al fianco degli ultimi e di chi soffre

La struttura è stata fondata da don Galiano Lenardon Domenica una messa e la celebrazione della “festa del grazie”
Massimo Pighin





Era il 1981, l’allora vescovo Abramo Freschi gli indicò la via: fare qualcosa per i giovani cui la droga stava portando via un pezzo di vita, in molti casi l’esistenza stessa.

Don Galiano Lenardon non ebbe dubbi. Pensò alla sua infanzia, al padre alcolizzato morto quando aveva 16 anni, al fratello costretto a convivere con la medesima dipendenza. Si rimboccò le maniche, don Galiano, e diede vita alla Casa di Emmaus, che dopo Cordenons, Borgomeduna, Azzanello di Pasiano oggi si trova ad Azzano Decimo.

A distanza di quarant’anni, non ha più la funzione originale, nel senso che non dà più – se non saltuariamente – accoglienza a tossicodipendenti. Il sacerdote porta avanti la sua missione, tanto terrena perché portatrice di una concretezza che nasce dal mescolare fede e vissuto, declinando il suo verbo, quello che maggiormente ne ha caratterizzato l’azione: autonomia.

La si perde, quando una sostanza prende il sopravvento ed è lei, in quel caso, a indicare la via. Sempre sbagliata, ma da quel percorso distorto non ci si riesce a distogliere. Per molti è stato possibile grazie a don Galiano, 82 anni e la grinta di sempre, due occhi che ne hanno viste tante senza perdere il gusto dell’ironia, uno sguardo da cui traspare, su tutto, una cosa: l’amore. Per il prossimo, che nel caso del sacerdote sono prima di tutto gli ultimi. Quelli che si vorrebbe non vedere, che sono di troppo, perché caduti, per colpa loro, di altri o del destino, ma comunque finiti per terra. Don Galiano si è chinato di fronte a tanti, ha teso loro la mano, ha indicato la via: quella giusta.

Domenica 30 maggio alla Casa di Emmaus verrà celebrata la 33ª Festa del grazie. «Per non dimenticare quanti ci hanno voluto e ci vogliono bene». Alle 17.30, ’’Via Lucis’’ con rosario a conclusione del mese di maggio; alle 18 la messa animata da Guido Freschi e dal complesso Gli archi del Friuli e del Veneto.

La Casa di Emmaus, oggi, è un continuo divenire. Amici di don Galiano che portano oggetti che lui rivende per finanziare la sua attività, ex ospiti, volontari. C’era una strada da percorrere, quarant’anni fa, don Galiano si è messo in cammino e l’ha trasformata nella via della rinascita. —



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