La Carnia continua a tremare: prosegue la sequenza di scosse

La probabilità che, dopo la scossa di 3.9 di magnitudo di venerdì pomeriggio, potesse registrarsi una replica di simile intensità era del 50 per cento. E puntualmente ieri mattina, alle 6.12, la terra ha tremato ancora: i sismografi del Centro di ricerche sismologiche dell’Ogs hanno registrato una scossa di 3.3 gradi di magnitudo, con epicentro, come per la scossa più forte del pomeriggio di venerdì a due chilometri a ovest di Verzegnis, a una profondità di 4 chilometri.
L’episodio sismico di ieri mattina, che non ha causato danni a persone o cose, , è stato percepito secondo le rilevazioni della Protezione civile nei territori di Verzegnis, Tolmezzo, Cavazzo, Preone, Enemonzo, Socchieve, Ampezzo, Raveo, Ovaro, Sutrio, Comeglians, Ravascletto, Sutrio, Cercivento, Lauco, Zuglio, Arta, Villa Santina, Trasaghis, Bordano e Venzone.
Anche a causa dell’orario, il numero di segnalazioni alla centrale operativa dei vigili del fuoco è stato contenuto, decisamente inferiore al numero di chiamate arrivate dopo la scossa di venerdì pomeriggio. La situazione è stata monitorata anche nel Centro operativo comunale allestito in via Paluzza a Tolmezzo in occasione del Raduno Triveneto degli alpini, che si concluderà questo pomeriggio.
Le apparecchiature del centro sismologico friulano hanno registrato un’ulteriore scossa nel pomeriggio di ieri, alle 16.08: nettamente inferiore in questo caso la magnitudo, che non ha superato gli 1.7 gradi (epicentro a un chilometro da Tolmezzo, a una profondità di due chilometri). Quella di ieri pomeriggio è stata la tredicesima scossa censita in meno di ventiquattro ore, con movimenti tellurici di intensità minima o irrilevante che si sono susseguiti per tutta la serata di venerdì e nella notte.
«Siamo in presenza di una sequenza sismica per così dire classica – spiega il ricercatore del Centro di ricerche sismologiche dell’Ogs, Gianni Bressan – in cui a una scossa principale fa seguito una coda di repliche. Questa situazione dovrebbe piano piano decadere, salvo che non succedano nelle prossime 48-72 ore altri eventi di magnitudo rilevante che possano modificare la situazione».
Lo scorso anno, da gennaio ad agosto, si sono registrate quattro scosse di media intensità, tutte di magnitudo uguale o superiore ai 3.5 gradi. Dopo un periodo di calma, «durato una decina di mesi, c’è stata una ripresa dell’attività tellurica, come avviene spesso in Friuli, dove fasi di quiescenza si alternano all’incremento dei movimenti», indica ancora Bressan.
Il 27 marzo del 1928 proprio Verzegnis fu squassata da un terribile terremoto («di magnitudo 6 gradi, mille volte più forte della scossa di venerdì pomeriggio», ricorda il ricercatore del centro sismologico friulano), che causò undici morti e danni ingenti nelle piane di Cavazzo e Tolmezzo.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto