“Isonzo beach” piena di turisti ma la zona non è balneabile

Gradisca: a pesare sono da un lato l’inquinamento delle acque e dall’altro la pericolosità delle sponde Nonostante i divieti viene segnalata l’accensione di fuochi e la presenza dei richiedenti asilo del Cara
Bumbaca Gorizia 30.07.2017 Gradisca spiaggia Isonzo bagnanti © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 30.07.2017 Gradisca spiaggia Isonzo bagnanti © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
GRADISCA. Gradisca ha la sua spiaggia, ma non la balneabilità. Come concedersi la tintarella evitando stressanti code per raggiungere le località balneari della regione, l’attesa per trovare parcheggio e un posto sotto l’ombrellone? L’alternativa c’è e si chiama “Isonzo beach”, l’area fluviale gradiscana che va dalla passerella, passando per la cosiddetta “busàtta” , a pochi metri dal ponte di Sagrado, e ancora oltre lo stesso manufatto, nella boscaglia dietro la Sme sino al ponte ferroviario abbandonato della mai realizzata Cormons-Redipuglia. Tre, quattro chilometri nei quali si alternano gli argini, la boscaglia e le spiaggette che nel periodo estivo diventano meta di isontini in cerca di refrigerio nonostante, il divieto di balneazione. Basta non farsi beccare per non prendere la multa.


Una soluzione “fai da te” che negli anni ha attratto sempre più persone, non solo da Gradisca ma anche dei comuni limitrofi, tanto che specie al sabato e alla domenica la “spiaggia” sull’Isonzo è a dir poco affollata. Un affollamento che però ogni anno riporta inevitabilmente d’attualità il problema della sicurezza.


Giova ricordare che la balneazione nel fiume è altamente sconsigliata sia per ragioni igienico-sanitarie sia di sicurezza. La non balneabilità del fiume è stata sancita nell’estate del 2008, nel corso di un vertice che ha coinvolto la Provincia, i tecnici dell’Arpa e i sindaci di 12 municipalità, vale a dire quelle di Farra, Fogliano Redipuglia, Gorizia, Grado, Sagrado, San Canzian, San Pier, Savogna, Staranzano, Turriaco, Villesse e della stessa Gradisca. Inquinamento delle acque, pericolosità delle sponde, assenza di un’adeguata sorveglianza e pericolo di piene improvvise: questi i motivi alla base del provvedimento, anche se tecnicamente non è un divieto. Per la legge non si può vietare la balneazione in un’area che balneabile non è. Insomma, non si può vietare una cosa che non esiste. Ecco perché la balneazione è solo sconsigliata, visto che la zona è oltretutto priva di personale addetto alla sicurezza dei bagnanti e di strutture. Ma la fruibilità di “Isonzo Beach” è legata non solo alla balneabilità, ma anche alla frequentazione dei richiedenti asilo del Cara. Bivacchi, libagioni e forni rudimentali sembravano essersi notevolmente ridotti dopo che l’amministrazione aveva disposto una bonifica della zona e apposto cartelli plurilingue, sia sul rispetto dell’ambiente che sulla balneabilità del fiume. Ma anche ieri le segnalazioni di fuochi e fornelli non sono mancate. Anni fa la Compagnia dei carabinieri di Gradisca sperimentò il pattugliamento a piedi della zona. Più che altro un deterrente, va detto, ma ai bagnanti quella sensazione di protezione era decisamente piaciuta.


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