Ipotesi di un parco fotovoltaico nell’ex fabbrica di esplosivi

Il Comune dovrà pronunciarsi sul progetto di riqualificazione dell’area Mangiarotti “Fare comunità”: valorizzare parte dello storico sito come archeologia industriale
Paola Beltrame

CODROIPO

Un parco fotovoltaico nell’area ex industriale Mangiarotti, attigua alla strada statale 13, la Pontebbana, verso la fine dell’abitato di Codroipo in direzione Pordenone.

La riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile del sito, da anni in degrado e invaso dalla vegetazione, è stato richiesto alla Regione dalla proprietà e l’amministrazione del sindaco Fabio Marchetti è tenuta a pronunciarsi in relazione all’insediamento per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile nell’area dismessa ex Mangiarotti stabilimento esplosivi. La commissione per l’urbanistica ha fatto un primo esame del progetto.

Durante l’incontro è stato presentato un appello da parte del gruppo di opposizione Fare comunità (Sonia Zanello, Maurizio Chiarcossi) perché si valorizzi parte dell’area come memoria storica (archeologia industriale) della fabbrica di esplosivi, che nel bene e nel male ha segnato profondamente la storia di Codroipo, dando lavoro a tantissime famiglie del Medio Friuli. L’opificio era sorto nei primi anni Trenta allo scopo di disattivare le munizioni residue della Grande Guerra.

Il cantiere è stato poi ampliato con una grande officina meccanica per la costruzione di capriate, tubazioni per le centrali elettriche e altre strutture usate dall’Enel. La Mangiarotti produceva anche esplosivi: fino agli anni Sessanta il lavoro comportava l’impiego domestico di alcune donne del luogo nella preparazione dei tubi cilindrici che poi erano riempiti di dinamite. Nel 1965 un’esplosione con un morto e parecchi feriti, un altro incidente nell’86 con due decessi. Dal 2000, accantonati gli esplosivi, si è lavorato per la petrolchimica.

La Mangiarotti metalmeccanica è stata trasferita a Sedegliano e poi a Monfalcone. Non è la prima installazione di fotovoltaico che si propone in quella zona, esiste un altro impianto sempre privato da 16 megawatt, quello in progetto ne produrrà 40.

«Un tempo i nostri concittadini avevano poche alternative per la sopravvivenza: agricoltura, ferrovia, tabacchificio e la fabbrica di esplosivi, che pertanto rappresenta un elemento fondamentale della storia della comunità. Lo stabilimento come documento di architettura industriale e la splendida villa Mangiarotti via XXIX Ottobre potrebbero trasformarsi in aree di grande pregio museale e turistico per la nostra città – ha scritto Chiarcossi nella lettera inviata ai commissari e alla giunta Marchetti –, invito quindi l’amministrazione comunale e la Regione a intavolare un dialogo per acquisire e valorizzare i due siti».

La commissione, sentita l’idea di Fare comunità, ha deciso di effettuare a breve un sopralluogo nell’area. —



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