Investimento in diamanti: la banca gli restituisce i 45 mila euro versati
Aveva investito 45 mila euro in diamanti fidandosi dei consigli ricevuti in banca, salvo poi accorgersi che quelle pietre le aveva pagate care. Non solo: quando ha cercato di rivendere quei diamanti non ha trovato acquirenti. È capitato a un friulano, residente nel cividalese, a cui non è restato altro da fare che rivolgersi a un legale.
Una vicenda che peraltro interessa decine di risparmiatori (migliaia in Italia) “traditi” dalle loro banche che, non a caso, ora sono subissate da richieste di risarcimento.
«Quelli che hanno creduto che “un diamante è per sempre” ora sono rovinati – afferma l’avvocato Marina Isaia, che con una vertenza è riuscita a far restituire i soldi al suo assistito. – Migliaia di risparmiatori italiani e tra questi anche molti friulani se ne sono resi conto. È evidente che, in tempi di magra per gli investimenti tradizionali come titoli di Stato e obbligazioni, gli istituti di credito hanno individuato anche nel diamante un bene da proporre ai clienti e questi, poco ben informati, non sono stati in grado di ponderare correttamente le scelte di investimento».
Purtroppo, però, l’acquisto di un diamante da investimento non si è rivelato un buon affare: «Il sistema, infatti, funziona finché la banca trova un altro cliente a cui rivendere il diamante a un prezzo che non sempre corrisponde a quelli di mercato. Eppure in banca viene proposto come investimento sicuro, redditizio ed esentasse, purchè a lungo termine. «Vendere le pietre quando si ha bisogno di liquidità non è semplice come viene prospettato – continua l’avvocato Isaia –: il prezzo a cui sono vendute ai clienti è almeno il doppio dei valori di mercato e le commissioni di uscita sono alte».
Non tutto però è perduto. «È possibile ottenere il rimborso dei capitali investiti in diamanti: il primo passo è quello di provvedere al ritiro dei diamanti, qualora non siano già in possesso del risparmiatore (molti li tengono in deposito nella banca stessa o presso quelle venditrici). Successivamente – aggiunge l’avvocato Isaia –, si presenta reclamo nei confronti dell’istituto di credito e della società venditrice chiedendo il riacquisto dei diamanti al prezzo di vendita, già sapendo che le società venditrici (Idb e Dpi) non provvederanno ad alcun rimborso. L’unica speranza per il risparmiatore è che vi provveda l’istituto di credito per evitare un danno d’immagine. Alcune banche, sotto pressione, stanno, in vari casi, rimborsando gli investitori che presentano reclamo, tra i quali anche il mio assistito che si è visto riacquistare i diamanti al prezzo di vendita».
Le sei pietre erano costate circa 45 mila euro; alla richiesta del risparmiatore di rientrare del suo investimento, l’istituto di credito ha temporeggiato per quasi due anni, senza sortire risultati. Quando il legale era sul punto di attivare la procedura di mediazione (obbligatoria in questa materia), la banca, finalmente, si è resa disponibile a negoziare, riacquistando i diamanti allo stesso prezzo di vendita. «Senza reclamo non si sarebbe risolto nulla – commenta l’avvocato –. Dicono al cliente di aspettare, di attendere che il mercato riparta, ma è un errore ora e lo sarà, ancor più, domani. È opportuno che tutti i risparmiatori/investitori che si trovano in questa situazione si attivino per ottenere i rimborsi dovuti».
Le pietre saranno riacquistate dalle banche soltanto dopo la verifica dello stato e dell’integrità del blister e dei certificati originali. «Qualora la via stragiudiziale non portasse ad alcun esito il risparmiatore dovrà necessariamente intraprendere un’azione giudiziaria per chiedere la nullità o l’annullamento del contratto e il risarcimento del danno». —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto