Interesse comunitario sul rio della libellula: «Un dovere»

È il parere del naturalista Michele Tofful. Non vi saranno limiti per la fruizione del bosco e per la caccia

NS. «È nostro dovere morale conservare questo piccolo lembo di naturalità». È netto nella sua posizione a favore della creazione di un Sic (Sito di interesse comunitario) nell’area del rio Smiardar il naturalista e coordinatore della commissione piante, fiori, frutta e ortaggi dell'associazione Amis da Mont Quarine (nonché membro dei tavoli tecnici del Piano particolareggiato regionale che si stanno svolgendo in queste settimane), Michele Tofful. La sua disamina parte da un punto di vista prettamente tecnico: «Il rio Smiardar è uno degli ultimi ruscelli che si trovano allo stato naturale negli ambienti collinari italiani. Ciò implica la presenza di numerose specie ormai scomparse altrove, tra cui la libellula Cordulegaster heros. È quindi nostro dovere morale conservare questo piccolo lembo di naturalità, rimasto integro da tempo remoto perché non interessato da attività produttive di rilievo. Ma la biodiversità si conserva oltre che per motivi etici anche per motivi economici».

E Tofful entra nel concreto di quest’ultimo punto: «Uno studio delle università di Birmingham e Southampton, finanziato dall’agenzia per l’ambiente del Regno Unito – evidenzia il naturalista – ha dimostrato che gli affluenti che scorrono allo stato naturale in zone alberate, permettono la riduzione dei picchi di piena dei corsi d’acqua principali, in quanto sono in grado di trattenere l’acqua che cade durante le piogge e rilasciarla più lentamente, rispetto agli affluenti canalizzati che scorrono in ambienti antropizati».

«Inoltre – aggiunge – la creazione di una zona protetta è un’opportunità in più per il turisti che vengono a Cormòns, soprattutto per quelli dell’Europa centrale che amano visitare parchi naturali. Infine ricordiamo che la proliferazione di zanzare e altri insetti dannosi è scongiurata in ambienti integri e ricchi di predatori naturali come larve di libellule e di anfibi».

Tofful sostiene come non ci siano controindicazioni per l’uomo e le sue attività nel caso della creazione del Sic: «È difficile trovare dei punti a sfavore dell’istituzione dell’area protetta. L’accesso con trattori, il taglio del bosco e la caccia continuerebbero ad essere consentiti, perché non inficiano la protezione della Cordulegaster heros. È sufficiente infatti conservare una stretta fascia di ontani intorno al ruscello per mantenere una ombreggiatura costante, come già viene fatto. Ricordiamo che in Friuli Venezia Giulia la caccia è vietata solo nei parchi e nelle riserve naturali, mentre è consentita nei Siti di importanza comunitaria e nei biotopi regionali, che sono le due forme di tutela ipotizzate per la valle del rio Smiardar. In entrambi i casi i costi per l'istituzione dell’area protetta saranno finanziati dalla Regione, come previsto dalla normativa vigente».(m.f.)

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto