Incidente a Pordenone, l'ambulanza arriva da Sacile

Pordenone centro, via del Pedron, ore 21. Un ragazzo che porta le pizze, una macchina a un incrocio, lo scontro. Sangue per terra, il giovane però è cosciente. L’autista si ferma, scende dal mezzo. Tutto in regola, tutti pronti per i soccorsi e la constatazione dell’incidente.
I testimoni danno l’allarme, sul posto arrivano i vigili del fuoco. Ma dov’è l’ambulanza?
Già, dov’è l’ambulanza? All’ospedale Santa Maria degli Angeli di Prodenone gli infermieri ci sono ma i mezzi sono finiti, impegnati in altri soccorsi.
I vigili del fuoco, avvertiti proprio dal 118, non stanno con le mani in mano, si danno da fare, stabilizzano il ferito, gli mettono il collare. In ospedale ci si riorganizza, si cerca la prima ambulanza disponibile.
La fanno arrivare da Sacile, mentre sul posto chi è rimasto ferito, chi è coinvolto, chi ha assistito non crede a quell’assenza ingombrante.
E i rilievi dell’incidente? Chi fa i rilievi? A pochi chilometri ci sono la caserma della polizia stradale, la Questura, il comando provinciale dei carabinieri, il quartier generale della polizia municipale. Tutte strutture dentro cui ci sono uomini abilitati ad accertare cause e responsabilità.
Ma è passata una certa ora, i mezzi sono pochi, ci sono altri incidenti in corso, tutti sono impegnati.
Sì, ma proprio tutti? Anche qui febbrile ricerca e alla fine ecco arrivare qualcuno: i carabinieri. Da San Vito al Tagliamento.
Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Per fortuna stavolta non ci sono state vittime. Solo mercoledì scorso, nell’Udinese, ha perso la vita il 47enne Erik Tuan. L’uomo, poco dopo le 20, si era sentito male, colpito da un malore improvviso di natura cardiaca, mentre si trovava nella sua casa, a Ponteacco, una frazione di San Pietro al Natisone.
La moglie, capita la gravità della situazione, aveva chiamato il 118, ma alla porta si era presentata soltanto la guardia medica. L’unica ambulanza in servizio nell’ospedale di Cividale si trovava in quel momento a Udine per un altro paziente, l’altra a disposizione era ferma nel piazzale del nosocomio cividalese per mancanza di personale. Il primo mezzo ha potuto raggiungere l’abitazione dell’uomo soltanto alle 20.40, troppo tardi per salvargli la vita. Un’altra storia, un epilogo più drammatico, ma anche quanto accaduto ieri a Pordenone deve far riflettere sulla gestione della sanità regionale.
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