Inciampa in una buca nascosta Comune condannato a risarcirlo

Bruno Oliveti



Non capita sovente che la pubblica amministrazione sia condannata a risarcire chi s’infortuna in seguito a un sinistro avvenuto per un’irregolarità del suolo pubblico. La fattispecie si è verificata nel caso di un uomo di 72 anni caduto in viale Libertà, dopo avere messo il piede “in fallo” non avendo visto una buca presente sul marciapiede, nascosta da un albero. Frattura dell’omero dell’arto superiore sinistro: questa la diagnosi del pronto soccorso cittadino, 21 mila 375 euro il risarcimento stabilito dal giudice Francesco Petrucco Toffolo in seguito alla causa intentata dal malcapitato, rappresentato dall’avvocato Margherita Veneziani del foro di Pordenone, per le lesioni personali subite.

L’incidente era avvenuto nel pomeriggio del 21 aprile di tre anni fa: l’uomo, siciliano di Trapani, si trovava per la prima volta in città, assieme alla moglie, per fare visita alla figlia, che risiede appunto a Pordenone. Durante una passeggiata aveva attraversato il viale sulle strisce pedonali all’altezza del civico 4. Salendo sul marciapiede era inciampato in quella buca, nascosta appunto da una pianta. Soccorso dalla consorte e in seguito dalla figlia e da un’amica, accorse sul posto, era stato accompagnato all’ospedale col braccio gonfio e dolorante, ritrovandosi a vivere una brutta disavventura in luogo di quella che sarebbe dovuta essere una piacevole vacanza.

Risultato infruttuoso il tentativo di transazione, l’uomo ha optato per la richiesta di risarcimento del danno biologico in sede di tribunale civile: due anni e otto mesi dopo la notifica, è arrivata la sentenza di primo grado, che ha sancito la responsabilità del Comune di Pordenone. L’ente, infatti, non ha potuto provare alcun tipo di condotta imprudente o negligente da parte dell’anziano e qualche mese dopo, tra l’altro, ha coperto la buca sul marciapiede, confermando indirettamente la tesi del nesso causale tra la buca stessa e l’infortunio del 72enne. Una sentenza che avvalora i nuovi orientamenti della Corte di Cassazione in merito agli obblighi di manutenzione delle strade cui è soggetta la Pubblica amministrazione che ne è proprietaria o preposta alla gestione. —

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