In viale Trieste a Udine come in autostrada e senza controlli FOTO

UDINE. Automobili che sfrecciano a velocità elevate, senza rispettare i limiti e, spesso, nemmeno il rosso dei semafori o gli attraversamenti pedonali con il rischio, concreto, non soltanto di essere investiti da chi si muove sulle quattro ruote, ma anche di venire tamponati se si rallenta per permettere alle persone di attraversare la carreggiata. Residenti e commercianti di viale Trieste non hanno dubbi: il comportamento degli automobilisti e il mancato rispetto del codice della strada sono i principali nodi da risolvere, e le problematiche più sentite, di uno dei principali, e più trafficati, assi stradali di Udine.
«L’unica vera criticità è legata alla viabilità – ha spiegato Chiara Bassi del negozio fotografico Tassotto e Max – perché qua tutti noi rischiamo la vita ogni giorno visto che chi guida le auto non rispetta minimamente i limiti e nemmeno si cura di fare attenzione a dove sono posizionate le strisce bianche. Io vengo a lavorare a piedi e, ogni mattina, devo fare sempre attenzione per non essere investita da chi sfreccia ben oltre il consentito».
È sulla stessa linea d’onda anche Raffaelle Carlà. «Percorro ogni giorno viale Trieste arrivando dalla zona della stazione – ha detto – ed è un vero carnaio. Personalmente sono una di quelle persone che rallenta sempre in prossimità delle strisce pedonali, o anche dei semafori, e che, quasi quotidianamente, si becca una sfilza di urlacci e di male parole da chi, invece, pensa di essere l’unico titolare della strada. E per lo stesso motivo è pericolosissimo passare, a piedi, da una parte all’altra del viale perché la gente non si ferma nemmeno con il rosso e, spesso, cerca di sorpassare anche le auto che si bloccano per dare la precedenza ai pedoni». Ancora più chiara è Francesca del Bar Liberale. «Sia da via del Bon che da via Magenta – ha attaccato – gli automobilisti escono troppe volte senza nemmeno dare un’occhiata a chi può sopraggiungere all’improvviso e, ovviamente, in questa maniera il rischio d’incidenti aumenta notevolmente. La verità è che da queste parti, specialmente in determinati orari, sembra di assistere a una corsa automobilistica con le persone che paiono davvero fare a gara a chi arriva prima alla fine del viale».
Una delle memorie storiche di viale Trieste è sicuramente Alfredo Cesarano che, da mezzo secolo, gestisce l’edicola all’incrocio con via del Bon e osserva, da una sorta di posizione privilegiata, il traffico locale. «Le persone dovrebbero rendersi conto – ha spiegato – di come questa città porti il nome di Udine e dell’autodromo di Monza. Non servono tante parole per spiegare quello che accade in viale Trieste. Basta posizionarsi una decina di minuti all’angolo della mia edicola per rendersi conto di come, a ogni turnazione del semaforo, ci siano almeno un paio di automobilisti a cui non importa nulla del giallo o del rosso, ma che attraversano senza indugio l’incrocio. E non vi dico quello che succede la mattina, prima delle sei e trenta, quando ci sono soltanto i semafori lampeggianti: non c’è nessuno che rallenta per attendere un eventuale passaggio di altre auto. Per quanto mi riguarda, poi, mi piacerebbe che il Comune controllasse maggiormente lo scolo dei tombini della zona. Quando piove qua si forma una sorta di piscina ed è il sottoscritto, armato di scopa, a dover ripulire l’area per permettere, quantomeno, alle persone di non affondare con i piedi nell’acqua. Non credo fosse una situazione imprevedibile vista la presenza degli alberi che hanno rialzato l’asfalto posizionato nelle vicinanze dell’incrocio con una pendenza che non consente lo scolo della pioggia».
Un suggerimento, infine, sia all’amministrazione comunale che alle forze dell’ordine arriva dal Bar Bisboccia. «La situazione in certi momenti è incontrollabile – ha detto il gestore – perché a troppi automobilisti manca totalmente il senso civico. Non è possibile, infatti, che se qualcuno si ferma per permettere alle persone di attraversare la strada, magari proprio sulle strisce dove ne hanno diritto, ci sia sempre qualche idiota che o tenta di superarlo o comincia ad agitarsi in macchina come un ossesso. Cosa farei io? Copierei quanto ho visto fare in diverse città del Veneto posizionando una serie di autovelox fissi lungo le due direzioni del viale in modo tale da punire i trasgressori e scoraggiare chi crede che la strada sia di sua proprietà».
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