In sala operatoria c’è Mako, il robot chirurgo specializzato in protesi a ginocchio e anca

UDINE. Ha debuttato rifacendo le ginocchia a due pensionati e ha impiantato loro due protesi totali. Ma da oggi Mako ora lavora a pieno regime e conta di portare a termine un centinaio di interventi da qui alla fine del 2019, ampliando la gamma delle sue prestazioni chirurgiche.
Lui è il “robot chirurgo” più evoluto e utilizzato al mondo ed è diventato il protagonista del progetto di chirurgia robotizzata avviato dall’Ortopedia del Policlinico Città di Udine.
La chirurgia robotica rappresenta allo stato attuale l’ultimo gradino nello sviluppo delle innovazioni tecnologiche applicate alla chirurgia. Il suo primo impegno in sala operatoria è stato quello che lo ha visto impiantare due protesi “bi-compartimentali” (cioè totali) di ginocchio, rispettivamente su una donna di 72 anni e su un uomo di 71.
Un avvio promettente, visto che la sua agenda per il 2019 è piuttosto fitta. Il programma prevede la sistematica calendarizzazione, per tutto l’anno, di una o due sedute operatorie settimanali dedicate alla chirurgia robotica, così da maturare entro la fine del prossimo anno, una casistica di oltre un centinaio di protesi.
Interventi sempre più richiesti visto che il Policlinico ha una lista di attesa di oltre 160 pazienti per l’artroprotesi e fra questi oltre una settantina sono candidati alla protesi di ginocchio.
Mako non sarà solo ovviamente, è previsto infatti prima e durante gli interventi, il supporto di un’équipe ingegneristica dell’azienda che ha sviluppato il sistema, per la gestione del software.
L’obiettivo è quello di estendere l’attività chirurgica con il sistema Mako, oltre che alle protesi totali di ginocchio, anche alle protesi monocompartimentali sempre per il ginocchio e alle protesi d’anca.
«Intanto partiamo con il ginocchio – spiega Fabrizio Bassini, responsabile dell’Ortopedia del Policlinico – perché statisticamente questo è l’intervento di artroprotesi che, pur a fronte di procedure apparentemente perfette quando vengono eseguite con metodi tradizionali e in assenza di complicanze, talvolta riscontra pazienti non pienamente soddisfatti dell’esito dell’operazione.
Ed è proprio in quel contesto – è la precisazione di Bassini – che il robot può assicurare una marcia in più, grazie alla possibilità di simulare virtualmente l’operazione su un modello tridimensionale elaborato a partire dalla Tac del paziente».
In questo modo può è possibile scegliere la taglia di protesi più adatta al paziente e, soprattutto, tenendo conto anche della tensione dei legamenti, decidere il posizionamento ideale per quel singolo malato, prima ancora di condurlo in sala operatoria dove, grazie soprattutto alla grande quantità di dati rilevati ed elaborati, e alla precisione delle sue sei articolazioni servo-assistite, il robot supporta il chirurgo nella parte propriamente operativa.
I risultati sono eccellenti: i tagli ossei e il posizionamento degli impianti sono più precisi rispetto al tradizionale approccio completamente manuale; ne derivano un miglior bilanciamento dei legamenti ed una minor invasività, come spiega lo stesso Bassini.
L’attività del Policlinico Città di Udine nel campo della protesica è in continua crescita: nei primi 9 mesi del 2018, all’interno della struttura sono già state impiantate 273 protesi: 136 di anca, 127 di ginocchio (di queste, 93 “totali”), e 10 di spalla. In questo momento, ci sono oltre 160 pazienti in lista per artroprotesi .
L’intervento di protesi di ginocchio eseguito attraverso l’impiego del robot sta suscitando grande interesse nella comunità ortopedica internazionale: le evidenze parlano di riprese funzionali più rapide e di migliori risultati clinici, grazie soprattutto alla minore invasività e alla maggiore precisione d’impianto rispetto alla tecnica tradizionale.
Un altro aspetto non secondario della tecnologia Mako si traduce nella possibilità di effettuare una valutazione oggettiva degli esiti di ciascun intervento e la successiva correlazione con i risultati clinici e gli studi prospettici orientati a migliorare l’approccio tecnologico e operatorio nel campo della chirurgia protesica.
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