In poche ore tre giovani morti per overdose di metadone: uno ha 16 anni

TRIESTE. Due ragazzi morti per overdose di metadone in poche ore, a cui si aggiunge una terza morte sospetta, quella di un 27enne trovato senza vita a San Giacomo nel pomeriggio di venerdì 23 luglio.
Ci sarà da attendere le analisi per accertare se la causa dei decessi sia attribuibile oltre ogni ragionevole dubbio a metadone: se così fosse, si tratterebbe comunque di metadone proveniente dal mercato illegale e non di quello utilizzato per il trattamento farmacologico legale, che è assolutamente sicuro.
Il caso è scoppiato dopo che un 16enne triestino è stato trovato morto attorno alle 5 del mattino in un’abitazione di via Alpi Giulie, nel rione di Altura.
Il ragazzino aveva trascorso la notte in compagnia di altri due amici, di cui almeno uno minorenne: il gruppo aveva deciso di “sballarsi” utilizzando il metadone che, a quel che risulta, era stato sottratto poche ore prima al padre tossicodipendente della vittima.
Nella giornata di giovedì 22 a morire per lo stesso motivo era stato un altro giovane, un 26enne trovato privo di vita in un’abitazione in via della Galleria, nel rione di San Vito. Sui due casi e su un eventuale collegamento sta indagando la polizia di Stato.
Nel pomeriggio di venerdì 23 luglio, la nuova tragedia: un terzo giovane di 27 anni è stato trovato morto nel rione di San Giacomo. L’ipotesi, ancora da confermare, è che anche in questo caso la causa della morte sia un’overdose.
LA NOTA DELL’AZIENDA SANITARIA
“In merito alle morti avvenute per sospetta overdose in questi ultimi due giorni, si precisa che nessuna delle tre persone decedute aveva un trattamento farmacologico con metadone in corso presso il Dipartimento delle dipendenze.
Il metadone è un farmaco che viene impiegato nel trattamento della dipendenza da oppiacei e che deve essere assunto quotidianamente con un dosaggio personalizzato.
Di norma viene somministrato dagli operatori sanitari presso l'ambulatorio specialistico; può essere affidato per l'assunzione a domicilio, in linea con la normativa in vigore, dopo una attenta valutazione clinica e monitoraggio tossicologico, fino ad un massimo di 30 giorni.
Gli utenti sono informati e sottoscrivono l'impegno di conservare in modo sicuro il farmaco a loro affidato.
Il metadone somministrato dal Dipartimento delle dipendenze proviene dalla Farmacia aziendale e viene gestito e conservato in osservanza della normativa sugli stupefacenti, in modo sicuro.
Nessun paziente in terapia ha mai presentato reazioni avverse correlate al farmaco metadone somministrato.
Il metadone che proviene dal mercato illegale non garantisce il profilo di sicurezza necessario e richiesto per i farmaci e rappresenta un serio pericolo per la salute”.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto