In arrivo gli arretrati alla Dm Elektron: 800 euro ai lavoratori
Ottocento euro di arretrati in arrivo per gli 80 lavoratori della Dm Elektron di Buja. La proprietà ha comunicato l’accredito, nei prossimi giorni, di una nuova tranche degli stipendi non ancora pagati. A valle degli incontri in Regione tra gli assessori regionali alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, e al Lavoro, Alessia Rosolen, con azienda e sindacati qualcosa si muove. Un primo passo per arrivare al saldo delle buste paga al quale dovrà seguirne un secondo, questo l’auspicio delle parti sociali, per chiarire il futuro di Dm Elektron. A questo proposito i segretari di Fim Cisl e Fiom Cgil, Pasquale Stasio e David Bassi, chiedono in un comunicato sindacale unitario il rientro a Buja delle produzioni che Dm Elektron ha in Romania. Al tavolo regionale «abbiamo ribadito con forza la nostra convinzione - dichiarano i sindacalisti - sulla effettiva possibilità di produrre schede elettroniche in Italia in maniera profittevole, spiegando che la Dm Elektron non vive una difficoltà legata ad una mancanza di commesse, ma che le difficoltà sono dettate dalla scelta aziendale di delocalizzare la produzione in Romania». La soluzione per il sindacato passa dunque per un reshoring. Almeno parziale. «Come Fim e Fiom – proseguono Stasio e Bassi – abbiamo evidenziato che un rientro in Italia di alcune produzioni possa dare lavoro ai dipendenti di Buja, alleggerendoli dall’utilizzo dell’ammortizzatore sociale. Chiediamo un rientro immediato di alcune commesse, al fine di far rientrare al lavoro le persone prima possibile». Il sindacato sottolinea la necessità di salvaguardare il sito produttivo Bujese e i suoi occupati ricordando come in anni recenti il territorio abbia subito l’impatto della crisi e come oggi sia sempre più difficile trovare investitori. Dm Elektron è un patrimonio che sindacato e lavoratori si preparano a difendere con i denti. «Chiediamo un’accelerazione della soluzione di questa vertenza – concludono – perché di tempo se n’è già perso troppo». Il prossimo appuntamento, sempre in Regione, all’inizio di marzo per verificare l’uso del contratto di solidarietà e per analizzare il piano industriale che l’azienda dovrebbe presentare. —
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