Illuminazione, Amga contro il Comune di Udine

UDINE. L’Amga, la società che oltre alla distribuzione del gas gestisce anche l’illuminazione pubblica in città, presenta un ricorso al Tar contro il Comune. Il neo presidente, Marco Craighero, ha dato mandato al legale di ricorrere contro il socio di maggioranza perché l’amministrazione lo scorso ottobre, quando la legge obbligava gli enti pubblici a revocare i contratti affidati direttamente alle società partecipate non interamente pubbliche. Palazzo D’Aronco ha agito in questo senso salvo poi ritrovarsi a inizio gennaio con il decreto Milleproroghe che prorogava fino alla fine del 2014 l’affidamento diretto dei contratti di servizio alle società a partecipazione privata.
La grana è finita sul tavolo del nuovo presidente del Cda il quale, per tutelare la società, ha chiesto l’annullamento del provvedimento che interrompe il contratto tra Amga e Comune. Un contratto sottoscritto dalla Spa di via Cotonificio circa una decina di anni fa. Il legale del Comune, l’avvocato Giangiacomo Martinuzzi, minimizza: «Non è un problema anche perché il Milleproroghe è scritto in modo non chiaro». Il legale non esclude insomma eventuali ribaltamenti della situazione.
Certo è che a seguito del Milleproroghe il Comune ha prorogato di due mesi il contratto per la gestione dell’illuminazione pubblica all’Amga e ora sta lavorando per prorogare ulteriormente la durata fino alla fine dell’anno.
«Il provvedimento del Comune è legittimo perché la legge obbligava il Comune a interrompere entro il 31 dicembre i contratti» continua Martinuzzi lasciando intendere che l’ente e la Spa di via Cotonificio troveranno sicuramente un accordo. E’ abbastanza probabile che la società partecipata ritiri il ricorso. Nel frattempo però l’azione intrapresa fa discutere anche perché a dare mandato di procedere in tal senso è stato il nuovo presidente del Cda, nominato appena un mese fa proprio dal sindaco, Furio Honsell.
L’Amga da semre gestisce, oltre al gas e fino a poco tempo fa l’acqua, pure l’illuminazione pubblica. Ecco perché, quando è scattato il divieto di affidare direttamente alle società partecipate non completamente pubbliche, il Comune convocò a palazzo d’Aronco tecnici e amministratori dell’Amga per fare il punto della situazione. E se in quell’occasione le maestranze preoccupate di perdere il lavoro furono rassicurate, poi la legge non ha lasciato margini di manovra e l’amministrazione fu costretta a interrompere il contratto.
A questo punto, a meno di ripensamenti da parte della Spa o di proposte alternative da parte del Comune, la partita si giocherà nell’aula del Tribunale amministrativo regionale (Tar), a Trieste.
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