Il “Wellcum” chiude fino a maggio: ferie forzate per la mancanza di clienti

La direzione del bordello di Hohenturn, in Carinzia, a pochi chilometri dal confine di Coccau, ha decisio le ferie forzate dopo il blocco in Italia e i controlli al confine dell'Austria.

UDINE. Ferie forzate per il“Wellcum”, il bordello di Hohenturn, in Carinzia, a pochi chilometri dal confine di Coccau.

Con le restrizioni decise sia dal governo italiano che da quello austriaco, la struttura resterà chiusa da giovedì 12 marzo fino a venerdì 1 maggio. “Salvo novità positive che potrebbero anticipare la riapertura”, si legge sul sito della casa per appuntamenti più grande dell'Austria, dove già si annuncia “un mega party per la ripresa delle attività”.

E visto che la gran parte dei clienti che frequentano la struttura proviene dal Belpaese, on line non manca un pensiero rivolto a chi, in queste ore, sta vivendo un momento complicato a causa dell’emergenza coronavirus. “Un abbraccio a tutta l’Italia per questo periodo estremamente difficile”.

Una decisione, quella della chiusura di “Wellcum”, che era nell’aria da qualche giorno, dopo che la situazione coronavirus si è fatta più grave. Nelle ultime settimane la struttura aveva già subito una flessione importante in termini di presenze, con molti clienti, che specialmente tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo, avevano deciso di disertare il casino.

Diverse ragazze erano rimaste inoccupate (quasi la metà delle 120 “in servizio” di solito), e lo spettro della crisi stava preoccupando anche i dipendenti (alcuni dei quali sono italiani, originari del territorio Tarvisiano, distante solo una manciata di chilometri da Hohenturn, sede del bordello).

Poi con il passare dei giorni la situazione era migliorata, come spiega il direttore vendite per l’Italia di Wellcum, il veneto Cristiano Fabris. «Sabato abbiamo avuto 210 ingressi – spiega –. Ovviamente tutto è cambiato con il blocco dell’Italia e il ritorno dei controlli ai confini decisi dall’Austria». Da qui la decisione della serrata e l'arrivederci a maggio.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto