Il vecchio forno riprende a lavorare, ma i prodotti saranno senza glutine

Savogna: riapre il panificio di un tempo che poi è stato stamperia. Iniziativa dello chef cividalese Marco Boccotti: puntiamo al gusto

SAVOGNA. Rinasce il forno del paese, in disarmo da otto anni e fino a dodici mesi fa sede di un’attività di tutt’altro genere, una stamperia.

Ora l’immobile, situato proprio all’ingresso del paese – in una posizione ottimale, per l’arte della panificazione: sorge infatti fra il torrente Alberone e un suo affluente, circostanza che garantisce un livello di umidità ideale –, torna alle origini... o quasi: produzione di pane e affini, sì, ma senza glutine, a beneficio di quella sfera di consumatori che si vede costretta ad adeguare i propri acquisti alimentari all’intolleranza alla sostanza lipoproteica.

E si tratta di operazione pioniera, su scala regionale, posto che le realtà artigianali specializzate nel comparto (con prevalenza per il ramo dolciario) si contano sulle dita di una mano.

È stata proprio la ristrettezza del panorama di settore a spingere Marco Boccotti, uno degli chef dell'Antica trattoria Al Leon d'Oro di Borgo di Ponte, verso questa avventura imprenditoriale, partita in sordina nei mesi scorsi e adesso pronta - proprio oggi - al debutto ufficiale: concepito il progetto, si è presto orientato verso le Valli del Natisone «per ragioni - spiega - ambientali, in primis: il pane è materia viva e io cercavo, per realizzarlo, un ambiente sano, "pulito"».

E per evidenziare tale aspetto e valorizzare il territorio, la linea è stata battezzata Valli Glu: panetti, appunto (di tre tipi: bianchi, ai semi e alle olive), piadine e grissini accomunati da un elemento che non potrà che far piacere a chi deve evitare il glutine.

Ovvero: «Volevo fare, e ci sono riuscito, prodotti per tutti. Buoni e gustosi, cioè: merce che non costituisca un obbligato ripiego ma un piacere per il palato, degli intolleranti al glutine come di chi non soffre di tale disturbo».

Confezionati in sacchetti da due, soprattutto per evitare contatti con sostanze che potrebbero provocare alterazioni, i panini non hanno alcun tipo di conservante (e non contengono lattosio, albumina e grassi animali: via libera per i vegani, insomma): la “durata” è dunque, sostanzialmente, la stessa del pane sfuso.

Li si trova già in alcuni punti vendita locali (il Despar Vidoni, per esempio, o la Latteria di Cividale), ma presto il raggio si allargherà notevolmente. Anche oltre confine: Slovenia e Austria hanno manifestato interesse al riguardo, tant'è che si è tempestivamente provveduto alla traduzione della lista degli ingredienti.

Il prezzo? Trenta per cento in meno, spiega l’imprenditore, di quello delle merci della grande distribuzione. A breve sito internet e riconoscimento, da parte della Camera di Commercio, del titolo di laboratorio artigianale artistico tradizionale.

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