Il sindaco: nell’ex Amadio edifici vincolati da abbattere

NS. Mettiamo un po’ d’ordine sulla demolizione dell’ex caserma Amadio di Cormòns. In questi giorni si stanno abbattendo le ultime strutture interne: poi, si procederà con le mura perimetrali,...

NS. Mettiamo un po’ d’ordine sulla demolizione dell’ex caserma Amadio di Cormòns. In questi giorni si stanno abbattendo le ultime strutture interne: poi, si procederà con le mura perimetrali, operazione che si concluderà entro fine luglio. Dai primi di agosto, insomma, la visuale di Cormons cambierà completamente. Della vecchia Amadio resteranno in piedi solo le due palazzine vincolate.

E proprio su questo tema il sindaco, Luciano Patat, ribadisce concetti a lui cari. Vuole che si proceda con la demolizione anche dei due edifici vincolati dalla Sovrintendenza. Il motivo? Tutelare la sicurezza pubblica. «Ne va dell’incolumità dei cittadini», scandisce chiaramente Luciano Patat sviscerando il tema della palazzina comando e della palazzina dormitorio del sito militare attualmente in via di distruzione. I due edifici saranno gli unici a restare in piedi, vincolati come sono dalla Sovrintendenza alle Belle arti. Ma rischiano sempre più di diventare un pericolo per la sicurezza dei cittadini e per questo il sindaco Patat chiederà a breve un nuovo incontro con i vertici dell'ente di tutela patrimoniale: «Stanno letteralmente cadendo a pezzi, in particolare la palazzina dormitorio, che è il pericolo maggiore - sottolinea Patat - il degrado e l'abbandono di questi anni hanno causato cedimenti e cadute di pezzi di tetto, che sinora piombavano all'interno del perimetro inutilizzato della caserma, senza fare danno a persone o cose. Ma quando tra un paio di mesi tutto sarà stato abbattuto, attorno alla palazzina dormitorio si potrà tranquillamente camminare a piedi ed il rischio enorme, a questo punto, è che pezzi di tetto o di lamiera precipitino addosso ai passanti, con conseguenze inimmaginabili».

In altre parole: se non verrà abbattuta anche la palazzina dormitorio, camminarci vicino equivalerà a rischiare la vita. «Certamente - conferma Patat - perché se al momento i pezzi che cadono non investono nessuno, essendo l'area chiusa, tra pochi mesi quella zona sarà del tutto transitabile da chiunque, con pericoli enormi. Per questo chiediamo con molta preoccupazione alla Sovrintendenza di rivedere la propria decisione: quella struttura è un pericolo pubblico, così come lo è la palazzina comando. Lo Stato ci impone di mantenerle in piedi senza darci nemmeno un euro per la loro riqualificazione e manutenzione.

Matteo Femia

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