Il sindaco di Udine: "Sulla tragedia delle foibe c'è ancora un subdolo negazionismo"

Fontanini sul Giorno del ricordo: "Coloro che sono stati gettati, spesso ancora vivi, dalla furia titina nelle cavità della Venezia Giulia e della Dalmazia non sono semplici vittime ma veri e propri martiri, italiani che furono uccisi dai partigiani iugoslavi in quanto italiani e quindi sulla base di motivazioni etniche e ideologiche"
Udine 7 Dicembre 2018 Fontanini Agenzia Petrussi foto Massimo Turco
Udine 7 Dicembre 2018 Fontanini Agenzia Petrussi foto Massimo Turco

UDINE. "Quella delle foibe è una delle pagine più tragiche e irrisolte della storia della nostra regione e del nostro Paese. Purtroppo una sorta di subdolo negazionismo, portato avanti attraverso argomentazioni capziose, ignobili tentativi assolutori e vere e proprie falsificazioni dei fatti, trova ancora oggi cittadinanza e legittimazione nella produzione storiografica, anche ufficiale".

Sono parole del sindaco di Udine, Pietro Fontanini, che ha scritto su un volantino del Comune che annuncia le manifestazioni promosse dall'amministrazione in occasione del Giorno del ricordo, in programma il 10 febbraio.

Ricordando "i martiri della tragedia delle foibe e di tutti gli esuli istraini, fiumani e dalmati che furono costretti ad abbandonare le lore terre", Fontanini rimarca: "E' bene quindi ribadirlo con forza ed estrema chiarezza, soprattutto in occasione della commemorazione di questa tragedia nazionale.

Coloro che sono stati gettati, spesso ancora vivi, dalla furia titina nelle foibe della Venezia Giulia e della Dalmazia non sono semplici vittime ma veri e propri martiri, italiani che furono uccisi dai partigiani iugoslavi in quanto italiani, e quindi sulla base di motivazioni etniche e ideologiche, per la slavizzazione e comunistizzazione dell’area.

È per questo che oggi, nei confronti di questi martiri, abbiamo il dovere di fare in modo che il flusso della memoria non si interrompa ed è per questo che il Comune di Udine considera il Giorno del ricordo del 10 febbraio un appuntamento prioritario del calendario culturale della città. Se permetteremo che si dimentichi, saremo noi stessi complici di ciò che è avvenuto”.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto