Il sindaco di Drenchia: «Chi abita qui meriterebbe un grosso premio»

UDINE. È il Comune più piccolo del Friuli Venezia Giulia. Ha soltanto 118 abitanti, ma i residenti effettivi sono soltanto un’ottantina sparsi nelle frazioni di Cras, che ospita la sede comunale, Trusnia, Oznebrida, Lase, Drenchia inferiore e Drenchia Superiore, Trinco, Zodar, Crai, Clabuzzaro, San Volfango, Traposnizza, Zabar, Obranke, Obeletto e Peternel.
Quest’ultima conta una trentina di abitanti, per cui il calcolo sulla distribuzione dell’altro 50 è presto che fatto. «Circa cinque o sei persone per ogni frazione», commenta sconsolato il sindaco Mario Zufferli, primo cittadino dall’ormai lontano 1988.
Ma Drenchia - circa 15 chilometri quadrati di superficie adagiato sulle falde del Colovrat nella valle del torrente Rieca-Cosizza - è anche il Comune più povero del Fvg. Lo spopolamento è drammatico, basti pensare che negli anni ’60 c’erano circa 1.400 abitanti.
«Poi - aggiunge il sindaco - la politica della montagna li ha costretti a diventare emigranti. Le mete preferite erano la Germania e l’Argentina. Io stesso sono emigrato nel Paese sudamericano dove ho ritrovato più concittadini che a Drenchia».
Il record negativo come reddito? «Siamo alle solite - insiste il sindaco -; del resto cosa potrebbe cambiare da un anno all’altro? Gli anziani che vivono hanno la pensione minima da ex coltivatori e quindi questa maglia nera ce la terremo anche il prossimo anno e in quelli a venire. Vero è che queste persone dovrebbero godere paradossalmente di un’indennità di presenza, altro che accorpare i Comuni. Noi abbiamo o dovremmo avere la stessa dignità di tutti gli altri Comuni della nostra regione».
Zufferli fa l’architetto. Vive a a Udine. Per lui fare il sindaco è una sorta di missione. «Del resto - precisa - quanti sarebbero disposti a farlo per 800 euro al mese? Se penso che i nostri consiglieri regionali, che guadagnano oltre 6 mila euro si lamentano...».
Si ferma un attimo poi aggiunge: «Di questo passo tra una decina d’anni quassù non ci sarà nessuno e il Comune sparirà. Speriamo che con il Giro d’Italia che passa da queste parti il 20 maggio le Valli del Natisone possano ottenere un po’ di visibilità necessaria a guardare al futuro con un minimo di speranza. Io credo che alcune opprotunità legate al turismo e alla storia ci sarebbero ancora». (d.pe.)
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