Il regista che ha visto Matrix per 38 volte

CIVIDALE. Basti dire, di lui, che ha visto «38 volte» la stessa pellicola. C'è da attribuirgli in fiducia la dote della tenacia. Michele Guastamacchia, 41 anni, leader della lista del Pli, è del resto uno che di cinema vive: è sceneggiatore e regista alla Back Bros Productions di Udine.
Inutile chiedere se preferisca un film o un libro...
«Appunto! Cinema in testa, ovviamente. Le 38 volte le ho riservate a Matrix, per le cronache. Ciò non significa, tuttavia, che non ami i libri. Tutt’altro. Il mio genere preferito è il thriller, l'autore prediletto Eric Van Lustbader».
E parlando di musica?
«Ah, senza dubbio la musica elettronica e britannica. In testa a tutti metto i 4hero».
Cambiamo completamente genere. Lei cucina?
«Altrochè. Me la cavo piuttosto bene. Sono un ex vegano convertito al vegetarianismo: ho dovuto ripiegare per necessità, era troppo dura. Mi piace preparare i risotti: ne ho inventato uno alle fragole».
C’è da desumere sia il suo piatto preferito...
«No, in realtà. La pole position se la giocano il futomaki giapponese e il frico con le patate».
Mare o montagna?
«Mare. Al 100%. Mi piacerebbe andare alle Baleari, quest’estate».
Ha due ore libere. Poltrona o sport?
«Poltrona. Un po’ di lettura. Ci fosse più tempo... allora un giro in bicicletta. O una sana nuotata».
É tifoso?
«Non granché. Ma l'Udinese va sostenuta a prescindere dalle propensioni!»
Carattere, adesso. Permaloso? O bonario?
«Assolutamente la seconda. Proprio non riesco a legarmela al dito. Lascio correre fin troppo».
Ottimista o pessimista?
«E qui invece la prima. Super-ottimista».
Scaletta dei valori. Indichi i primi tre.
«Onestà. Amicizia. Amore».
Chiudiamo con la politica... Cos'è, per lei? O dovrebbe essere?
«Politica, oggi, è sinonimo di necessità di cambiamento: il processo deve partire dal basso, dal singolo. Dobbiamo cambiare noi stessi come cittadini, per poter ambire a modificare il “sistema”». (l.a.)
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto