Il prete degli ultimi Spazzino e barista per pagarsi gli studi

Tifoso della Juventus, da cappellano di paese a presule Organizzò l’incontro di Wojtyla con i lavoratori Electrolux

«No, questa non me l’aspettavo». Eppure, se si vuole, un segnale c’era stato. «Avevo aperto la cassaforte e guardato lo zucchetto del cardinale Costantini (per il quale è appena stata avviata la causa di beatificazione, ndr). Mi ero chiesto: chissà se servirà». Sì, servirà. Lo utilizzerà per la sua consacrazione, poi lo restituirà alla “sua” diocesi di Concordia-Pordenone, che lascerà per Forum Livii («guarda un po’ che destino...)», nome latino di Forlì.

Monsignor Livio Corazza – per tutti don Livio tanto che in molti neppure sapevano che fosse “monsignore” – con l’elezione a vescovo corona una vita dedicata agli ultimi, ai lavoratori, poi alla pastorale in quella che, sino a pochi anni fa, era considerata la “rossa” Concordia Sagittaria.

Nato il 26 novembre 1953 a Villanova, ultimo di sette fratelli (5 maschi e due femmine, una morta a un anno e mezzo) in una famiglia di mezzadri, era stato battezzato da monsignor Luigi Peressutti, a San Marco. Pur abitando nell’ultima casa della parrocchia, la domenica andava a messa con la sua biciclettina, accompagnato da papà Luigi. Non mancava nemmeno a “dottrina”, dove lo mandava mamma Gina Gaspardo, «donna di fede». I suoi cappellani erano don Sergio Deison, primo confessore, don Veriano Unghietti, don Antonio Tessari e don Basilio Danelon. A 10 anni l’ingresso in seminario, dieci anni dopo il fratello Gianfranco, oggi parroco di Aviano, che dice: «Mamma sarebbe ancora più fiera di lui».

Appassionato di calcio, è tifoso della Juventus. «Alla fine di ogni anno di teologia andavo a lavorare: cameriere in un bar di Pordenone, due stagioni in una gelateria di Bibione, spazzino e postino», racconta commuovendosi. La notte del terremoto del 1976 partì con gli altri studenti di teologia per la Val d’Arzino. Per la sua formazione furono importanti gli incontri con gli ammalati assieme a don Pierluigi Mascherin, suo predecessore in cattedrale.

Il primo maggio 1981 l’ordinazione a diacono, a Maniago: «Monsignor Freschi mi disse: è il mese della Madonna. Per mera la festa dei lavoratori». Quindi l’ordinazione presbiterale, il 21 giugno 1982, nel santuario della Madonna delle Grazie di Pordenone. Celebrò la prima messa con don Romano Zovatto, il prete operaio recentemente scomparso e primo parroco di Cristo Re, nel sotterraneo delle medie di Villanova. Prima esperienza da prete a San Giorgio di Porcia con don Sergio Moretto, assistente regionale Agesci della branca Lupetti Coccinelle, inserito in Azione cattolica e nel mondo della sofferenza. Nel 1985 va a Fiume Veneto, parroco don Piero Cesco, con don Giancarlo Stival, don Natale Padovese e don Renzo Da Ros. Responsabile della pastorale del lavoro, organizzò la visita di Giovanni Paolo II con i lavoratori all’Elecrolux, il primo maggio 1992: a Forlì, peraltro, troverà un altro stabilimento Electrolux.

Il 4 ottobre 1992 la nomina a direttore della Caritas diocesana, negli anni dell’inizio del fenomeno migratorio: «Per me è stato un momento importante». Fonda la comunità per le donne vittime di tratta con suor Anna, suor Marisa e Aida Moro. Si prodiga per l’abitare sociale e fonda l’associazione Nuovi Vicini (che oggi si occupa anche dei profughi) con Stefano Franzin e Mario Banelli. Giornalista pubblicista, direttore della rivista La Concordia, nel 1999 il vescovo Sennen Corrà lo nomina segretario generale di Curia.

Il vescovo Ovidio Poletto lo conferma sino al 2007 quando viene chiamato alla Caritas italiana, a Roma, per avviare il Servizio Europa. «Ma mantenni un piede in diocesi, a Orcenico di Sotto». Nel 2010 coordina per l’Italia le iniziative dell’anno europeo della lotta alle povertà. Rientrato in diocesi, il 3 agosto 2011 il vescovo Giuseppe Pellegrini lo nomina parroco della cattedrale di Concordia Sagittaria.

Martedì della scorsa settimana la telefonata del nunzio apostolico: «Accetti la nomina a vescovo di Forlì Bertinoro?». E la storia di don Livio Corazza continua, nel solco di Papa Francesco.

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