Il parrucchiere racconta la città che cambia

Pordenone, Roberto Ungaro ha festeggiato i 25 anni in piazza della Motta: «Una volta ci si parlava, ora tutti col viso sullo smartphone»

PORDENONE. Da un quarto di secolo resiste in piazza della Motta, ed è diventato di diritto una piccola istituzione della città.

Roberto Ungaro, ha aperto il suo negozio di parrucchiere “Artecapelli” nel settembre del 1991, e ha festeggiato il traguardo dei primi 25 anni di attività con gli amici di sempre e con i clienti più affezionati.

Era solo ventisettenne, quando ha lasciato il lavoro da dipendente e ha aperto la sua bottega, un piccolo locale tra il carcere e quella che allora era la biblioteca civica.

Roberto ricorda benissimo gli anni Novanta e l'aria che si respirava in questa zona di Pordenone.

«Al tempo c’erano la fontana e la biblioteca – racconta– si respirava entusiasmo, e nell'era prima dei centri commerciali piazza della Motta era un luogo di ritrovo».

Dopo 25 anni l’evoluzione di questo luogo è passata davanti agli occhi di Roberto giorno dopo giorno, a partire dal mercato.

«Una volta era più importante – prosegue – e contribuiva a rendere la piazza più viva, ma un ruolo fondamentale ce l’aveva la biblioteca. C’erano tanti ragazzi, che spesso si sedevano intorno alla fontana e socializzavano, nessuno aveva lo sguardo fisso sul telefonino».

E se fuori dal negozio la città si è lentamente ritirata, all’interno si respira un'aria genuinamente pordenonese.

Da Roberto i clienti hanno «da 6 mesi a 90 anni» e rappresentano la cittadinanza in ogni sua forma. E se quelle sedie da barbiere potessero parlare, avrebbero da raccontare tanti segreti pordenonesi.

«So tantissime cose di Pordenone e dei pordenonesi, anche personali e lavorative. Negli anni è emerso che le persone hanno sempre più bisogno di essere ascoltate, e una parte della mia professione è anche questa. Ogni confidenza – aggiunge – la tengo però per me, c’è... il segreto professionale».

Ascoltando i pordenonesi, Roberto Ungaro ha seguito da vicino l’evoluzione della città. «A livello culturale la città prosegue bene, ma dopo una grande crescita, Pordenone è scesa molto velocemente. Con la crisi della Zanussi, la chiusura delle caserme e poi la crisi economica, la città si è spenta».

Da qui l’esigenza di sensibilizzar, in particolare, i giovani. Da molti anni consigliere dell’Avis, donatore di sangue e midollo osseo, Roberto vorrebbe rivedere i ragazzi più vicini al mondo dell’associazionismo, uno dei pilastri di Pordenone.

Ma vorrebbe anche una piazza della Motta diversa. Qui l’appello, indiretto, va al sindaco Alessandro Ciriani, anche lui tra i clienti fissi della bottega.

«La piazza – sottolinea Roberto – va sistemata, ma non solo a livello estetico. Bisogna imparare di nuovo a viverla e a stare fuori».

Dopo traguardo dei 25 anni, la prossima festa è già in calendario. «Ho fatto due eventi – racconta – il primo è stato per l'apertura del negozio nel 1991, il secondo per il venticinquesimo anniversario di attività. Il prossimo sarà una festa: quando andrò in pensione».

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