Il paese isolato dal mondo che rivive con la sagra

Il paese isolato dal mondo che rivive nei giorni di festa. Non c’è una strada che dal fondovalle conduce a Stavoli di Moggio, non c’è mai stata, ma nonostante ciò chi aveva conosciuto quei luoghi dai racconti dei padri e dei nonni non ha voluto perdere il contatto con le sue radici. Una ventina di famiglie residenti tra Gemona, Moggio e Udine, hanno acquistato la seconda casa nella piccola frazione arroccata sulla montagna a 588 metri di altitudine. Sono persone che quasi tutti i fine settimana si caricano lo zaino in spalla e percorrono il sentiero che sale lungo il pendio (circa 35 minuti di cammino) per arrivare in quell’angolo di paradiso.
La teleferica era l’unico sistema di trasporto per portare ogni cosa nella piccola frazione situata tra i torrenti Glagnò e Variola, compresi i generi alimentare per organizzare la tradizionale sagra che anche quest’anno si terrà domenica prossima. Fin qui andrebbe tutto bene se non fosse che per un drammatico incidente la teleferica è rimasta sequestrata mesi e ora è ancora ferma.
Peccato che senza quel mezzo di trasporto la gente per portar su i materiali più ingombranti deve noleggiare un elicottero sostenendo spese tutt’altro che irrilevanti. Esclusa la chiamata (300 euro al colpo) il servizio costa 170 euro a viaggio. Senza la teleferica il paese rischia di finire nell’oblio. Gli abitanti riuniti nell’associazione “Amici di stavoli” cercano in tutti i modi di mantenere vivo quel luogo, ma per raggiungere l’obiettivo hanno bisogno della teleferica. «Dopo l’incidente in cui, un anno fa, ha perso la vita una persona, la teleferica è stata dissequestrata, ma non può essere ancora usata. Il Comune ci ha promesso che entro l’anno sarà rimessa in funzione, speriamo perché noi non ce la facciamo più a chiedere aiuto all’Elifriulia. Solo la chiamata costa 300 euro ai quali vanno aggiunti altri 170 per ogni viaggio che il mezzo fa partendo dalla piazzala». Alice Missori, la presidente degli “Amici di Stavoli”, riconosce al Comune il merito di aver sempre pagato la chiamata dell’elicottero e fa notare che anche una semplice bombola di gas va portata su a spalla. «Lo scorso autunno – continua la presidente –, la tempesta Vaia ha scoperchiato una casa a Stavoli e per restaurarla abbiamo bisogno di far arrivare i materiali con la teleferica». Queste persone “lottano” da anni per mantenere in vita Stavoli: «L’associazione conta una settantina di soci, ma non ha soldi». L’auspicio è sensibilizzare l’intera comunità, soprattutto la gente che domenica tornerà a Stavoli per l’ormai tradizionale sagra alla quale non mancheranno gli escursionisti austriaci e italiani che frequentano volentieri quei luoghi.
«Il Comune ha già stanziato 140 mila di fondi propri per ripristinare e migliorare la teleferica che è a norma, ma nessuno si vuole assumere la responsabilità di attivarla». Queste le parole del sindaco di Moggio, Giorgio Filaferro, che auspica di aprire il cantiere quanto prima. A rallentare l’iter è la carenza di personale tecnico che pesa non poco nell’operatività del Comune. Il sindaco riconosce le potenzialità turistiche del percorso che collega tutte le frazioni di Moggio. «A Moggessa di là, dove abita solo Dino – continua il primo cittadino –, due signore del luogo, nei fine settimana, gestiscono un punto di ristoro». Sono due donne intraprendenti che hanno capito che quella valle sperduta ( Moggessa di qua e di là si possono raggiungere con un piccolo fuoristrada) sta diventando un luogo ambito da chi vuole uscire dalla città. —
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