Il padre della Reumatologia da settembre al “Città di Udine”

Dopo 14 anni trascorsi come direttore al Gemelli il professor Gianfranco Ferraccioli torna in Friuli. «Mi occupo di malattie croniche, inguaribili ma curabili. Coi farmaci biologici nuove prospettive»
Udine 17 Dicembre 2008. Ospedale Casa di Cura Citta' di Udine. Telefoto Copyright /Foto Agency Anteprima Udine.
Udine 17 Dicembre 2008. Ospedale Casa di Cura Citta' di Udine. Telefoto Copyright /Foto Agency Anteprima Udine.

UDINE. Diciotto anni fa inaugurò la cattedra di Reumatologia alla facoltà di Medicina di Udine, elevandola fra i centri di ricerca più attivi in Italia. Dopo 14 anni passati policlinico Gemelli di Roma, dove molti friulani lo hanno seguito per farsi curare da lui, Gianfranco Ferraccioli, professore di Medicina Interna e Reumatologia, torna a Udine. A settembre prenderà servizio alla Casa di cura Città di Udine nel reparto di Medicina.

La Reumatologia si occupa di una patologia sempre più estesa che, una volta individuata, richiede cure e controlli a vita. Nei primi sei mesi del 2017 la Casa di cura ha erogato oltre 1.300 tra visite e prestazioni ambulatoriali (più del 20%, in privato) in questo settore, e la richiesta continua a crescere.

Ferraccioli al Gemelli ha diretto la divisione di Reumatologia, di Medicina interna e Gastroenterologia, la divisione di Medicina interna e Terapia medica e un dipartimento cui afferiscono cinque unità complesse ed è alla sua seconda pubblicazione in due anni su “Nature communication”, tra le più importanti riviste scientifiche. Oggetto della pubblicazione è una ricerca, condotta da un gruppo da lui coordinato, sul meccanismo di controllo dell’attivazione dell’artrite.

Suo è anche il lavoro sul “grilletto molecolare dell’artrite”. La sua attività scientifica gli è valsa l’inserimento nella lista dei “Top italian scientists” della Via academy che premia la produttività e l’impatto dell’attività di scienziati e ricercatori e lo ha portato a essere uno degli interlocutori con il quale il ministero dell’Università e della Ricerca sta definendo i criteri per valutare la qualità scientifica dei docenti universitari.

Ferraccioli è uno dei primi medici a essersi specializzato in Reumatologia. Un branca relativamente recente della medicina interna che si occupa, come spiega Ferraccioli «di malattie sistemiche croniche, infiammatorie che colpiscono circa il 2% della popolazione), di malattie autoinfiammatorie e di immunodeficienze primitive, quindi non acquisite. Patologie che derivano da problemi al sistema immunitario e che non coinvolgono solo l’apparato osteo-articolare. La specialità si occupa in genere di problemi renali, respiratori, dermatologici, purché associati ad infiammazione immunologica».

Sono malattie croniche, «questo significa inguaribili, ma non incurabili – mette in chiaro Ferraccioli –. Anzi, la cronicità di queste patologie e le pesanti ripercussioni sul paziente, richiedono un approccio umano basato sulla relazione con uno specialista di fiducia. I farmaci biologici (così chiamati perché agiscono su meccanismi intracellulari) e soprattutto i nuovi farmaci biologici di sintesi, che possono essere assunti anche per bocca, costituiscono uno strumento molto efficace perché intervengono sui tre fattori chiave di queste malattie: il dolore, la spossatezza cronica e la febbre».

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