Il Monte di Pietà custode di pellicce in via Carducci

Il villino progettato da Pich al civico 4  fu l’ultima sede del prestito a pegno 

Punti di vista



L’edificio oggi Fondazione Carigo venne acquistato nel 1760 dall’arcivescovo Carlo Michele d’Attems per trasferirvi il Monte di Pietà, che operava all’interno di palazzo Cobenzl, dal nobile Livio de Grabiz che 10 anni dopo si sarebbe fatto una nuova casa in via delle Monache, il palazzetto con oggi la farmacia Tramontana. Nel 1880, per un suo integrale restauro l’arcivescovo di Gorizia Andrea Gollmayr si rivolse a Federico Fayenz (1805-1886), autore nel 1862 di palazzo Formentini oggi liceo classico, ingegnere molto anziano che produsse uno schizzo preparatorio poi rimesso all’architetto Leopoldo de Claricini (1812-1888), che nel 1882 disegnò il progetto definitivo e l’attuale facciata del civico 2 di via Carducci.

Nel 1894, acquistato l’edificio contiguo al n. 4 vi «si desiderava costruire, in fondo al cortile interno, un villino per il direttore, con vista sul parco dell’arcivescovado: un giardino all’italiana, con aiuole disegnate regolarmente, esteso dalla fine del cortile fra le due ali del palazzo Cobenzl … al declivio della collina del castello. Il progetto fu affidato ad Alessandro Pich (1849-1916) … il villino del Pich, disegnato nel 1894, era un omaggio allo stile di de Claricini».

A Pich venne affidata anche la risistemazione dell’intera sede del Monte le cui opere vennero ultimate nel 1898. Ma lavori si susseguirono senza tregua sul palazzo: l’adeguamento strutturale con la Società Carniolina di Costruzione di Lubiana nel 1906; la riparazione dei danni di guerra tra il ’20 e il ’23; la ristrutturazione integrale degli interni con i bolognesi Bartoletti e Salomoni negli anni ’70 con la copertura del cortile interno; infine nel 2007 la sistemazione odierna degli architetti Mariateresa Grusovin e Giorgio Picotti, nell’atteggiamento progettuale di “inserirsi con discrezione in un organismo preesistente”. Questo ed altro nel testo di Lucia Pillon “Storia di una Fondazione 1753-1831”, edito dalla Fondazione Carigo nel 2007.

Il villino del direttore, una quarantina d’anni fa sede ultima del servizio di prestito a pegno, dove molte signore portavano in primavera le pellicce per ritirarle in autunno con una loro efficace custodia a poco costo, assieme allo stabile del n. 4 è stato profondamente rimaneggiato una trentina d’anni fa, con l’inserimento di dissonanti elementi moderni e l’eliminazione di gran parte dell’apparato decorativo originario, senz’altro non in “omaggio allo stile” di Pich… –





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