Il “Miotto racconta” Il Fai svela i segreti del vecchio cinema

Domani in programma le visite guidate con i volontari Una storia con le immagini raccontata da Francesco Zanet

SPILIMBERGO

Una storia lunga 83 anni. È quella del Miotto, il cinema-teatro tanto caro agli spilimberghesi, la cui presenza fa di Spilimbergo una piccola capitale non soltanto del mosaico e della fotografia, ma – grazie a una famiglia di pionieri arrivata da Arba – anche dello spettacolo.

Storia che spilimberghesi e non solo potranno scoprire o riscoprire domani grazie a “Un cinema racconta”, ciclo di visite guidate organizzate dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, dai volontari del gruppo Fai di Spilimbergo capitanati da Andrea Spagnol.

Era il 17 gennaio 1937 quando Angelo Miotto, titolare di una ditta di autotrasporti, inaugurò in viale Barbacane quello che per l’epoca era considerato il più moderno e tecnicamente avanzato cinema-teatro dell’allora provincia di Udine. Una passione, quella di Angelo Miotto per il cinema, che finì per contagiare pure il figlio Franco, tanto che, dopo gli studi all’istituto Filippin di Paderno del Grappa e il servizio militare a Udine, Franco decise di affiancare il padre, interrompendo una promettente carriera calcistica, cominciata nelle file dei biancazzurri dell’Us Spilimbergo e negli anni Cinquanta approdata alla Pro Gorizia e nella seconda squadra dell’Udinese. Un amore, quello per il calcio e la “sua” Udinese, che l’ha accompagnato per tutta la vita, conclusasi nel gennaio di cinque anni fa, al pari di quello per il suo lavoro.

Passione condivisa con colei che è stata il più grande amore della sua vita, la moglie Maria Luisa (Marisa), sposata a Udine nel 1956. Nella sala del teatro Miotto sono passati i più famosi attori del Novecento: da Cervi a Gassman, da Buazzelli a Randone, da Bosetti a Peppino De Filippo, e si sono proiettati migliaia di film, senza dimenticare i mitici veglioni. Una passione, quella di Franco Miotto, mai sopita, sino alla decisione di affrontare la sfida lanciata nel terzo millennio dall’avvento dei multisala, cedendo la sua creatura al Comune il 24 aprile 2009, dopo tre anni di chiusura “per cessata attività”.

Una formula azzeccata, visto che, grazie alla collaborazione delle associazioni Il Circolo e Folkgiornale, cui il Comune ha affidato la gestione della sala, il cinema-teatro Miotto, completamente ristrutturato senza perderne la storicità e restituito alla città nel dicembre del 2017 dopo un periodo di inattività causa lavori, sta vivendo una sua terza vita.

«Per l’occasione – racconta il referente del Gruppo Fai spilimberghese – grazie alla disponibilità dell’amico Francesco Zanet, fotografo professionista, inoltre daremo l’opportunità ai partecipanti alla visite guidate di rivivere la storia del Miotto attraverso le immagini del bellissimo progetto fotografico “La luce pilota non si è spenta” che Francesco realizzò nel 2012, vero e proprio omaggio alla famiglia Miotto, al cinema e a chi ancora oggi lo mantiene in vita. L’iniziativa del gruppo Fai di Spilimbergo rientra fa parte del ricco carnet di proposte della sesta edizione del festival “Le Giornate della Luce”, che celebra il ruolo degli autori della fotografia del cinema italiano contemporaneo, ideato dall’autrice e regista Gloria De Antoni che lo dirige con il presidente dell’associazione “Il Circolo” Donato Guerra. Festival che sarà inaugurato ufficialmente oggi con un evento d’eccezione: alle 18 a Palazzo Tadea, intervento video realizzato in esclusiva dal festival di Isabella Rossellini “La mia famiglia fotografica”, dove l’attrice racconta i suoi rapporti e quelli dei suoi cari con la fotografia. –



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