«Il mio viaggio nella scuola friulana»

L’AMARCORD. I ricordi di Angelo Luminoso, 96 anni, per oltre quaranta professore e preside 

IL RACCONTO

ANGELO LUMINOSO

Una notte sul finire della prima metà di ottobre del 1948, approdavo alla stazione ferroviaria di Udine.

Ero partito da Palermo due giorni prima, con una nomina d’incarico annuale del Provveditorato agli studi per l’insegnamento di materie letterarie nella scuola tecnica agraria di Pozzuolo del Friuli. Con i treni del dopoguerra, i sedili in legno della terza classe, le coincidenze e i cambi, i disagi erano scontati, ma pazientemente sopportati. Avevo sostenuto l’esame di laurea in lettere classiche il 2 luglio e la provincia di Udine mi si presentava, nella vasta estensione del suo territorio, come possibilità di lavoro. Nella Grande Guerra, mio padre l’aveva percorsa col XII battaglione della Regia Guardia di Finanza. Presi alloggio in un piccolo albergo, a pochi metri dalia stazione e la mattina raggiunsi Pozzuolo, accolto dal direttore della scuola, professor Antonio Di Gaspero. Feci appena in tempo a conoscere qualche collega: i professori italo Baracetti e Mirto Melchior, l’assistente tecnico Luigi Tosone, il perito agrario Bruno Meroi, e anche M segretario Antonio Celli e il bidello Pietro Mondolo, quando mi fu offerta dal Provveditore la possibilità di optare per il liceo scientifico di Tolmezzo, con completamento di orario nella scuola di avviamento professionale industriale Albino Candoni: una offerta per me allettante che consentiva la disponibilità del posto per la collega Viola Mammola, di Pozzuolo. I monti della Carnia mi accolsero con un prolungato tepore autunnale e io non mi sentii deluso del cambio di sede. Tolmezzo ospitava, da 4 anni, una sezione staccata del liceo scientifico Giovanni Marinelli di Udine, allogata in alcune modeste stanze dì un vecchio edificio, nel centro della città, dove, secondo la tradizione, aveva insegnato il maestro Benito Mussolini. Mi integrai presto nel contesto scolastico tra i colleghi Arturo Toso, Placida Moro, Caterina Guerra, Anna Maria Picotti, Renato Nascimbeni, Paola Ariis, Anna Maria Formentini, Erminio lessanutti; la mia classe, una prima mista, annoverava un futuro capo di stato maggiore dell’Aeronautica, Adelchi Pillinini, di Cavazzo Carnico. Quel noviziato tolmezzino, alimentato da passione, entusiasmo e impegno, non fu privo di soddisfazioni. Il preside del Marinelli, professor Guido Capitolo, che pubblicava sul Messaggero Veneto, nato a metà degli anni 40, i suoi articoli di filosofìa, veniva a trovarci di tanto in tanto e per presiedere gli scrutini trimestrali e finali, ma noi docenti della sezione staccata eravamo lontani dalla “casa madre” , dove insegnavano prestigiosi docenti: ricordo Luigi Burtulo, divenuto senatore della Repubblica, Capone, Pitassi.

II liceo Marinelli occupava una delle sedi che, allora, costituivano una specie di centro studi, con la scuola media Alessandro Manzoni, l’istituto tecnico per ragionieri e geometri Zanon, la scuola di avviamento professionale commerciale Valussi. Gli istituti secondari superiori erano diretti da presidi autorevoli: Vigevani nel liceo classico Stellini, Mistruzzi nell’istituto tecnico Zanon e Conte, nell’istìtuto tecnico industriale Malignani. Questi presidi si risentirono quando il ministro della Pubblica Istruzione, Guido Gonella, venuto a Udine come dirigente della Democrazia Cristiana, non dedicò qualche segmento del suo tempo ai maggiori responsabili della scuola friulana: quella scuola che partecipava con ammirevole, solerte impegno alla ricostruzione del Paese, grazie alla efficienza del Provveditorato agir studi, affidato al dinamico vice provveditore reggente, dottor Antonino Tortorici (il titolare dottor Camillo Tamborlini era distaccato al Ministero) che si avvaleva della collaborazione del ragioniere capo Toso.

Un fiorire di scuole medie, in molti comuni della Provincia, aprì alle nuove generazioni le vie del sapere e del conseguente senso della libertà. Nel giro vorticoso del tempo, la mia vicenda scolastica si protrasse per oltre 40 anni. —

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