Il libro del mese. "Il pianeta umano" e quella guerra di logoramento che sta distruggendo il nostro mondo

I due autori, eminenti docenti presso l'University College di Londra, hanno scritto un libro chiaro, comprensibile e fruibile per tutti su un argomento di un’attualità disarmante: come le azioni dell’uomo hanno portato la terra in una nuova epoca geologica, l’Antropocene. Un testo che, dato l’enorme riscontro mediatico e di partecipazione a livello planetario della giornata mondiale del clima, che ha visto milioni di giovani in piazza guidati da Greta Thunberg sedicenne svedese, pone interessanti domande e prova a dare anche qualche risposta

Cimentarsi in questa lettura, benchè impegnativa e sulla carta complessa, è stato un vero piacere. I due autori, eminenti docenti presso l'University College di Londra, hanno scritto un libro chiaro, comprensibile e fruibile per tutti su un argomento di un’attualità disarmante: come le azioni dell’uomo hanno portato la terra in una nuova epoca geologica, l’Antropocene.

Dato l’enorme riscontro mediatico e di partecipazione a livello planetario della giornata mondiale del clima, che ha visto milioni di giovani in piazza guidati da Greta Thunberg sedicenne svedese, è il caso, forse, che anche noi ci si faccia delle domande. In questo libro, come a suo tempo in quelli di J. Diamond o di Y.N. Harari, si possono trovare alcune convincenti risposte.

Il libro del mese. La meraviglia dell'universo in un piccolo puntino blu: ecco "Noi siamo qui"
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Secondo gli autori, noi esseri umani non stiamo soltanto influenzando il presente, ma per la prima volta nei 4,5 miliardi di anni di storia della Terra, la nostra specie sta delineando sempre più il futuro. Il punto di partenza fondamentale della storia umana è considerata la comparsa in Africa orientale di Homo erectus, all’incirca 1,9 milioni di anni fa; in seguito 200.000 anni fa compare Homo sapiens che all’inizio si comporta come i suoi antenati, producendo utensilerie, manipolando il fuoco e cacciando con lance, per poi progredire  tra gli 80.000 e i 50.000 anni fa in “Homo sapiens 2.0”.

In questa nuova generazione di sapiens compare il pensiero astratto e l’uso di simboli per esprimere creatività (pitture rupestri).  Il tutto viene sintetizzato nel concetto di cultura cumulativa, cioè la conservazione e la trasmissione della conoscenza da una generazione all’altra. Ciò renderà Homo sapiens 2.0  il superpredatore in tutti i continenti, che con una guerra di logoramento, ma anche fisica durata decine di migliaia di anni, porterà all’estinzione di tutte le altre specie ominidi sulla Terra.

Nel leggere questo libro, ciò che colpisce sono i tempi della Storia. Noi siamo abituati a ragionare sui secoli, qui invece si prende coscienza delle decine di migliaia, se non proprio dei miliardi di anni… per un momento perde di significato l’attimo della nostra intera vita se inserita in questa dimensione immensa.

Proseguendo nella lettura, un altro spunto ci porta nel Cinquecento, quando “tutto iniziò a cambiare e a cambiare sempre più velocemente”. Cristoforo Colombo il 12 ottobre 1492 scopre il Nuovo Mondo; non l’ammetterà fino alla morte nel 1506 di credere di aver  scoperto un nuovo continente, ma ormai lo aveva fatto… la storia accellera, “il mescolamento globale degli esseri umani e delle loro malattie, il mescolamento di  animali e vegetali”, portò a una globalizzasione e a un’omogeneizzazione delle specie di tutto il mondo tuttora in atto; è il cosiddetto “scambio colombiano”.

Riuscita a mio avviso anche la parte che segue, in cui viene spiegata come alla "scoperta europea" e alla rivoluzione scientifica seguì lo schiavismo e l'imperialismo che successivamente ci porterà da Homo sapiens 2.0 alla sua versione guidata dal profitto, Homo economicus, culminata nella rivoluzione industriale. A questo punto un accenno al problema dell'inquinamento che tale rivoluzione si porta dietro e delle conseguenti variazioni climatiche sembra doveroso: oggi " i morti a livello globale a causa dell'inquinamento atmosferico sono più numerosi degli incidenti stradali e delle vittime di violenze collettive, interpersonali o di  guerra" tutti insieme ...

Altro spunto interessante è che tra 15 milioni di anni, negli archivi geologici futuri, tra le numerose tracce dell'Antropocene, in quel millimetro che consegneremo alla storia all'interno delle rocce sedimentarie, verrà rilevato lo iodio-129, presente nel fall-out dei test nucleari, come evento "geologicamente insolito ai tempi della grande accelerazione". Il resto lo lascio  alla vostra lettura.

PER RIEPILOGARE

Simon L. Lewis Mark A. Maslin

Il pianeta umano. Come abbiamo creato l’Antropocene

Einaudi editore, 2019,

pp. 360, € 32,00

Voto: 9/10

Argomenti:libro del mese

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