Il grande accusatore Mazzolini: «Giusto il passo indietro, ci sono stati degli errori»

«Evidentemente la pressione mediatica ha aiutato per arrivare a una scelta di buon senso»

PALUZZA. Il 5 giugno il primo post sui social, poi comunicati e una lettera direttamente al Quirinale per esprimere il proprio disappunto per l’onorificenza conferita al direttore della casa di riposo di San Vito al Tagliamento e Paluzza. Il vicepresidente del consiglio regionale, Stefano Mazzolini, ha guidato la protesta contro il cavalierato a Santoianni.



Vicepresidente, il direttore ha comunicato di aver rinunciato già il 5 giugno: è soddisfatto?
«Mi sembra un’ottima notizia. Evidentemente la pressione mediatica ha aiutato per arrivare a una scelta di buon senso».

La scelta però sarebbe antecedente alle polemiche.
«Tanto meglio. Io in questi mesi non sono mai intervenuto, non sono mai entrato nel merito di quanto accaduto perché l’emergenza coronavirus è stata una fase molto delicata. Tuttavia mi ha davvero spaventato la nomina a cavaliere del direttore di una struttura in cui sono morte venti persone. Era un’offesa per le famiglie degli ospiti e a giudicare dai tantissimi like al mio post sui social non sono l’unico a pensarla così. Aver rinunciato all’onorificenza è una scelta di buon gusto. Lo considero un passo avanti importante».

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Le sue accuse non sono andate tanto per il sottile...
«Non è mio compito giudicare e sono consapevole del fatto che sia stata un'emergenza difficile da gestire, però se in un centro anziani si registrano 20 morti è evidente che qualcosa non ha funzionato. E questo mi ha portato a fare delle riflessioni personali».

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C’è chi ritiene che ci siano stati dei ritardi della Regione nella gestione delle case di riposo. Cosa risponde?
«Non direi proprio. La politica ha compiti di indirizzo, la gestione è un’altra cosa. Non era facile, ma degli errori sono stati commessi».

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