Il gran patron di Tpn «Fanno un’altra tv? Ne ho contate già 24»
Mario Ruoso, alla soglia degli 80 anni, svela i suoi progetti «Dismetto quello che non riuscirò a portarmi sulla tomba»

Doveva succedere a ottobre, poi a novembre. Ma è molto probabile che i fuochi d’artificio si vedano a gennaio, a feste digerite. Ci vuole tempo, perché il progetto è complesso e ambizioso e vuole che sia imminente la nascita di una nuova televisione a Pordenone. Chi la sta mettendo in piedi pare stia corteggiando il “direttorissimo”, Gigi Di Meo, che continua guidare Telepordenone, accanto all’editore Mario Ruoso. Il quale, alla notizia di un possibile concorrente in casa, fa spallucce: «Di tv ne ho viste nascere e sparire 24». Poi si fa serio e scandisce: «Chi dice che Telepordenone scomparirà, si sbaglia».
Al progetto della nuova tv pordenonese starebbero lavorando le categorie economiche. Industriali, artigiani e commercianti come registi, “cacciatori” di imprenditori e aziende disposte a crederci, che in parole concrete significa metterci soldi. Le frequenze sarebbero già state prenotate, la sede individuata a palazzo Klefish, in via della Motta. Il nome della tv? Sul tavolo ci sono più idee.
A dirigere il telegiornale – obiettivo dare spazio al territorio del Friuli occidentale a maggior ragione oggi che non ha più una provincia – pare che i registi dell’operazione vogliano Gigi Di Meo. Tirato per la giacca, continua a fare il suo mestiere.
Chi osserva, almeno apparentemente senza darsi pensiero, è il patron di Telepordenone, il cavaliere Mario Ruoso, 53 anni di Garage Venezia, appassionato di ballo e di rally e collezionista di auto storiche, tra cui una Fiat 2.800 fabbricata in tre soli esemplari nel 1934, in servizio alla Casa Reale. Alla soglia degli ottant’anni sta dismettendo qualcosa, ma della tv non vuole disfarsi con facilità. E ai detrattori risponde: «Dite che sono in crisi? Intanto sono l’unico editore televisivo rimasto sulla piazza».
Telepordenone nel 2018 compie 35 anni. «Gigi Di Meo – ricorda il cavaliere – lavora con me da 33 anni, sento dire a destra e manca che andrà in una nuova tv, ma io non ne so nulla». Ad ogni modo, sia quel che sia: «In Friuli Venezia Giulia ho visto nascere e spegnersi 24 televisioni. Alcune volte sono cambiate, con fortune alterne. L’unico stesso editore, l’unica compagine sociale invariata, è quella della mia televisione». In vendita o no? «Formalmente non lo è mai stata».
Mario Ruoso sta dismettendo, e non ne fa mistero, un po’ di patrimonio. Alla soglia degli 80 anni dice: «Attorno alla lapide non ci starebbero tutte le cose che ho. Tanto vale cederle». Lo sta facendo, soprattutto con il patrimonio immobiliare, in primis il palazzo di corso Garibaldi dove sorgeva la prima officina Zanussi. Ma torniamo alla tv.
«Qualcuno vuole comprarla? La vendo, anche domani mattina. Occorre essere coraggiosi per fare tv oggi. Se qualcuno la vuole gestire si faccia avanti, ma attorno non ho visto grandi proposte. Ho una certa età e sono disposto pure ad affiancare eventuali acquirenti». Di sicuro c’è che non smobilita: «Ho le mie postazioni in montagna, ho appena preso un nuovo giornalista a Portogruaro, una direttrice a Udine». Ecco, resta il rebus Pordenone: «Dicono che Gigi se ne va? Ho sentito queste voci. Mi dispiacerebbe molto, ad ogni modo, non è mai stato che dopo un papa non ne sia seguito un altro».
Infine, la linea politica. «Non ho mai interferito, mai. Lo sanno bene i miei collaboratori, ai quali ho detto, davanti a eventuali intenzioni di candidarsi a competizioni amministrative o regionali: fate le scelte che volete, ma in tv non si hanno tessere di partito».
Mario Ruoso dismette i panni ufficiali. E si congeda con una battuta: «C’è evidentemente chi si “diverte” ad annunciare funerali che non ci saranno».
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