«Il Fvg? Famoso per il frico dolce e i toast»

UDINE. Sapevate che in America il Fvg è famoso per il suo frico aromatizzato con zucchero e cannella, accompagnato da toast? Così, infatti, viene descritto uno dei piatti tipici della nostra regione in un articolo pubblicato sul sito dell’emittente televisiva Cnn a firma del giornalista Donald Strachan. Una “versione dolce” che non convince ristoratori e chef friulani, i quali ammettono di «non averne mai sentito parlare».
L’articolo si intitola “Italy’20 regions, dish by delicious dish” e intende far scoprire il Belpaese associando a ogni regione italiana un suo piatto caratteristico. Al Friuli Venezia Giulia è stato abbinato il frico, piatto la cui paternità si è soliti attribuire alla Carnia. Un’idea carina.
Peccato però che la versione pubblicata dalla Cnn di friulano abbia ben poco. Già nel titolo, “Spiced frico cheese and toast”, si propone il pane tostato che non rientra nel patrimonio gastronomico locale. Poi, quando l’autore parla degli ingredienti menziona, oltre al formaggio Montasio, lo zucchero e la cannella. Sapori che ricorderebbero più da vicino la ricetta dei “cjalzons”. Proseguendo nella ricetta, il frico viene proposto con il pane tostato anzichè con la polenta.
«Ci sono più versioni di frico – ricorda Piero Zanin, titolare del ristorante stellato “La Taverna” di Colloredo di Montalbano –, essendo un piatto povero veniva utilizzato quello che avanzava in cucina. Per quello morbido la base era costituita dalle patate e dal formaggio Montasio o Latteria (di tre o sei mesi), a seconda della zona del Friuli in cui veniva fatto o della stagione, si aggiungeva quindi un soffritto di pancetta, di salame o ancora di lardo. Si univa anche la cipolla stufata per dargli volume e le erbe spontanee (germoglio del papavero o l’acetosella, in friulano “confenon” e “pan e vin”).
Ogni famiglia aveva quindi una propria ricetta». Per la versione croccante del frico, invece, servono «due stagionature diverse di Montasio o Latteria, un formaggio di 3 mesi e l’altro di 7-8. Dopo averli grattugiati e mescolati, vanno soffritti nell’olio per rendere il frico spumoso e croccante». Zanin non ha mai sentito parlare della versione “dolce” del frico. «Non ne ho memoria storica – commenta –, non ne ho mai sentito parlare Gianni Cosetti, il cuoco carnico per eccellenza, nè l’ho mai assaggiata. Piuttosto ricorda i cjalzons: in Carnia ogni famiglia anche in questo caso aveva una propria ricetta. Quella più dolce mescolava patate, ricotta, marmellata prugne, cioccolato o cacaco, cannella e burro fuso. La versione “primaverile”, invece, era meno dolce e utilizzava patate ed erbe spontanee».
«Può darsi – conclude Zanin – che sia stata una rivisitazione del frico fatto da un cuoco giovane al quale l’autore dell’articolo si è rivolto, perchè quella fornita dalla Cnn non appartiene alla nostra tradizione». Dello stesso avviso anche Guido Lanzellotti, titolare della stellata “Osteria Altran” di Ruda.
«Non credo che per pubblicare la ricetta siano stati contattati i ristoranti friulani – sottolinea –, probabilmente è una “alterazione” americana. In Friuli non esiste una ricetta di frico dolce e questo piatto tipico non viene mai nemmeno accompagnato con il pane tostato. Di solito viene servito con la classica polenta».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto