Il fallimento del Mercatone: la sentenza arriva il 5 febbraio

Mercatone Uno in tribunale il 5 febbraio: è attesa la sentenza per il crac che ha travolto anche il negozio di Sacile nel 2015. L’accusa è quella di bancarotta fraudolenta e il secondo fallimento nel 2019 ha messo sulla strada 26 lavoratori, tutti in cassa integrazione a zero ore fino a maggio 2020.
«Si apre lo scenario giudiziario che potrebbe aiutare a capire le ragioni del fallimento 2015 – hanno anticipato allo sportello sindacale Filcams-Cgil –. La sentenza prevista il 5 febbraio non avrà effetti risarcitori per i dipendenti del punto vendita di Cornadella. Forse farà capire lo scenario e le cause del tracollo dell’ex ammiraglia dell’arredamento».
Le condanne chieste dal pm Michele Martorelli vanno da due a quattro anni e quattro mesi per sei imputati: l’accusa è di bancarotta fraudolenta per distrazione per aver messo in atto operazioni societarie con lo scopo di impoverire il patrimonio dell’azienda di 300 milioni. Fatti che si sarebbero verificati tra il 2005 e 2013.
Gli imputati sono le tre figlie del fondatore Romano Cenni, scomparso nel 2017, Gianluca Valentini erede di Luigi, socio fondatore di Mercatone Uno, l’ex amministratore Giovanni Beccari e Ilario Ghiselli, consigliere. Tutti hanno chiesto il rito abbreviato.
L’inchiesta era partita proprio dai commissari che stavano e stanno cercando di salvare il Gruppo Mercatone, prima delle vendita avvenuta nel 2018 all’azienda Shernon Holding che è poi fallita nel 2019.
«Il negozio di Sacile – hanno ricordato i lavoratori – aveva una clientela fidelizzata e bilanci in regola». La procura della Repubblica ha indicato una complessa riorganizzazione societaria che avrebbe determinato la spoliazione del patrimonio immobiliare e un consistente flusso di denaro transitato dal gruppo ai soci storici. Per l’accusa è nel 2012 che viene svuotato il patrimonio, distratto dal Mercatone Uno e collocato in una società milanese Cve srl, che è riconducibile sempre a Cenni e Valentini.
Nel 2006, gli indagati avrebbero inoltre indebitamente incassato i canoni rialzati delle sedi del gruppo per 18 milioni di euro all’anno, con un “benefit” di oltre 100 milioni.
«Chiediamo solo giustizia e lavoro», è il grido di dolore di 66 lavoratori friulani in tre negozi chiusi. Il Mercatone Uno è in vendita: dopo il secondo crac in maggio 2019 si è aperta la fase del secondo commissariamento. «A febbraio potrebbe riaprirsi il tavolo al ministero – è l’ipotesi dei sindacati –. Il negozio di Sacile è stato richiesto da nuovi acquirenti».
Intanto, a Cornadella sono state rimosse le storiche insegne: dopo 22 anni il negozio è rimasto senza nome. La società fallita ha un debito astronomico e quindi i sindacati indicano l’ipotesi del risparmio: cioè delle insegne smontate per evitare le tasse sulla pubblicità.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto