Il cuore del Caffè letterario batte di nuovo

Pordenone, il locale inventato da Giovanni Scrizzi ha una nuova gestione con molte idee. Pedrotti:«Ricordiamolo guardando al futuro»

PORDENONE. L’odore delle essenze che il maestro di sauna Giovanni Scrizzi ti faceva annusare quando entravi nel suo scrigno di storie e di magia non si sente più.

Al suo posto un odore di vernice fresca, fresca come il sorriso di Irma Casula, che, con i fratelli Claudia e Giorgio Casula ha dato nuova vita al Caffè letterario. E’ l’odore del nuovo Caffè letterario, quello che ha aperto ieri sera.

Il cuore di piazza della Motta che ha segnato un pezzo della storia della città ha ripreso a battere. E dopo sette mesi (Giovanni è morto lo scorso ottobre), dopo le polemiche (perché molti hanno attribuito la scelta di Scrizzi di farla finita al bando di gara perso per la gestione del locale), resta il senso di gioia che Giovanni ha regalato per tanti anni ai pordenonesi e che i nuovi gestori del locale del Comune hanno saputo mantenere. Seppur in una veste completamente rinnovata – arredamento essenziale, locale molto più luminoso e moderno – il caffè letterario non perde identità, la ritrova.

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FOTO MISSINATO - CAFFE' LETTERARIO INAUGURAZIONE

«Questa sera, riaprendo un luogo della città che è stato il luogo in cui ci si scambiava le idee – ha detto il sindaco Claudio Pedrotti, nel portare il saluto e l’augurio dell’amministrazione ai nuovi gestori – credo che usiate l’eredità che Giovanni ha lasciato e che era quel senso di sentirsi a casa che lui era capace di offrire e che voi riproponete in modo diverso. In bocca al lupo di cuore per un successo che guarda avanti».

A portare il saluto dell’amministrazione anche Claudio Cattaruzza (cultura) e Bruno Zille (mobilità), ma l’amministrazione era rappresentata anche da Nicola Conficoni (ambiente), Flavio Moro (lavori pubblici), dal vicesindaco Renzo Mazzer, da Martina Toffolo (urbanistica) e da buona parte dei consiglieri comunali di maggioranza e opposizione.

Presenti anche gli assessori provinciali Cardin e Coassin, l’ex presidente della Provincia Alessandro Ciriani, il presidente del teatro Giovanni Lessio e in un secondo momento è arrivato anche il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello. Perché il Caffè letterario è più di un locale, per la città è un luogo dell’anima e del pensiero creativo.

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Irma Casula ha voluto ringraziare l’amministrazione – dagli assessori «ai consiglieri di tutti i partiti» fino ai dipendenti del Comune – «per l’aiuto avuto nella gestione non sempre facile delle pratiche burocratiche» e la Regione per il progetto Imprenderò. Aprire sembrava una sfida contro il tempo, ma alla fine la sfida è stata vinta.

Oltre al taglio del nastro non poteva mancare un brindisi: «Lo faremo con una bottiglia che ci hanno regalato gli amici di Eno Pordenone». Il vino si chiama “Il Pordenone” ed è di buon augurio, non solo per il Caffè letterario. Chissà se a Giovanni sarebbe piaciuto. Più di qualcuno, ieri sera, era convinto di sì. Impossibile non pensare che anche lui, tra un cin cin e una stretta di mano, non fosse là».

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