Il cotonificio fondato dall’industriale tedesco Raetz
CORDENONS. L’ex cotonificio di Cordenons è noto come “Raetz”, “Makò” e infine “Cantoni”, dai nomi delle proprietà che si avvicendarono fino al 1990. Nel 1901 ad avviarne la costruzione fu l’imprenditore tedesco Guglielmo Raetz, che nel 1926 fondò la società anonima per azioni “Filatura di Makò”, da cui prese il nome lo stabilimento. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale il gruppo Cantoni si fuse con la “Filatura di Makò”, quindi nel 1940 il nome divenne “Cotonificio Cantoni”.
Nel 1983 venne ceduto alla Tessitura Castello di Conegliano (Gruppo Junker-Soldini) e si chiamò Filatura di Cordenons spa. Nel 1987 in maggioranza subentrò il gruppo Inghirami che cambiò il nome in “Filati di Cordenons”. Nel 1990 la produzione fu trasferita a Montereale Valcellina e la fabbrica di Cordenons chiuse definitivamente.
Dal 2006 la proprietà dei circa 9 ettari di area (di cui 6 occupati dai corpi di fabbrica) è quindi passata in capo alla Stu Makò, nata con l’obiettivo di riqualificare il sito. Gli attuali soci sono la Provincia, il comune di Cordenons, l’Atap e l’Ater e la società milanese Cantoni Itc. In nove anni tuttavia la riqualificazione non è mai decollata. Per contro la situazione della società è oggi costellata dal segno meno. Il capitale sociale è passato infatti dagli iniziali 8 milioni di euro, agli attuali 5,7, con una perdita superiore al 30%, limite oltre il quale la legge impone di ricapitalizzare o di liquidare. Priva di entrate, la società ha inoltre accumulato un’esposizione bancaria di 451 mila euro e almeno diversi bilanci in rosso.©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto