Il costo di una badante? Almeno 18 mila euro

Assistere in casa un anziano non comporta grandi risparmi. Così si evitano distacchi traumatici, ma non sempre è possibile

UDINE. Se la Casa di riposo rappresenta un “salasso” per le famiglie, il ricorso all’assistenza domiciliare assumendo una badante, non lo è di meno.

Non dimenticando che i redditi da pensione non sono principeschi e che i Comuni spesso sono chiamati a contribuire al mantenimento di propri residenti nelle strutture per anziani, e accade quando non c’è una famiglia dietro in grado di farsene carico. La stima fatta dalla Regione sul contributo dei Comuni parla di 18 milioni di euro l’anno.



Come accennato, i costi delle due modalità di assistenza sono, apparentemente, molto diversi. Abbiamo visto che un anziano in casa di riposo costa alla famiglia mediamente 60,50 euro al giorno, con una spesa annua di 22 mila euro e una mensile di 1.840. A cui va sommato il contributo della Regione per l’assistenza sanitaria e per l’abbattimento della retta.


Assumere una badante che si occupi del nostro caro, ha un costo che varia attorno ai 17/18 mila euro annui a cui ne vanno sommati altri, non sempre quantificabili. Basti pensare, ad esempio, alla persona da ricercare perchè sostituisca la colf quando va in ferie o quando si ammala, al lavoro occasionale a cui si deve fare ricorso per i giorni di permesso...


Va detto che assistere un anziano a domicilio ha innegabili vantaggi. Crediamo che, a parte qualche caso, nessuno ami venire sradicato dalla propria casa, dai propri affetti, anche dai propri ricordi, per venire trasferito in una struttura, circondato da estranei.

La nostra gente preferisce “murî a cjase sô”. Ma percorrere questa strada non è sempre facile. Serve garantire l’assistenza, non solo quella generica, ma a volte anche quella infermieristica. Una badante “copre” 8/10 ore al giorno, ma una giornata è fatta di 24 ore.

Ma assumere due badanti impone un onere che non tutte le famiglie sono in grado di sostenere. Vanno coperte le domeniche, quando l’assistente ha diritto di non lavorare, i giorni e le ore di riposo, le ferie, la malattia...

E non va dimenticato l’aggravamento imposto dalla burocrazia che ha trasformato le famiglie in veri e propri “datori di lavoro”, quando assumono una colf o una badante.

Spettano loro il rispetto delle regole chieste a qualsiasi impresa, da quelle sulle ore settimanali alla comunicazione alla questura che la signora, o il signor, Tal dei Tali è domiciliato presso la famiglia, dalla denuncia, in caso di infortunio, all’Inail, all’affidamento ad un Caf o a un professionista dell’incarico di tenuta della “contabilità” ecc.

Quindi oltre ad essere un impegno costante che sale con il trascorrere del tempo, come sanno bene le famiglie che vivono questa situazione, diventa anche un onere burocratico.

Ad intervenire per ridurre in parte i costi, c’è il fondo sociale, regionale e statale, che in Friuli Venezia Giulia vale 54,6 milioni l’anno.

Tanti, ma mai sufficienti - come periodicamente ricordano i sindacati che sollecitano maggiori stanziamenti di risorse per sostenere la permanenza a domicilio delle persone anziane -. Del resto se parametriamo i soldi che la Regione eroga per le persone anziane non autosufficienti ospiti in strutture, oltre 68 milioni di euro per 7.145 persone accolte, e quelli per la domiciliarità, la differenza c’è.

Ciò non toglie che delle case di riposo c’è necessità. Esistono situazioni, dalla disabilità molto grave alla demenza, in cui l’assistenza famigliare, pur moltiplicata dall’affetto e dalla dedizione, non basta più per far stare bene i propri cari.

Allora l’optare per una residenza diventa l’unica scelta possibile. E sarà più facile quando questa riorganizzazione sarà stata avviata perché avremo la certezza di una assistenza adeguata.
 

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