Il Comune di Palmanova vince in Appello: la banca pagherà 125 mila euro

Causa contro la Popolare di Cividale che negli anni Novanta gestiva la tesoreria. La controversia nasce da una modifica unilaterale degli interessi sulle giacenze

PALMANOVA. La Corte d’Appello di Trieste ha accolto il ricorso del Comune di Palmanova contro la Banca Popolare di Cividale che ora dovrà pagare all’ente locale una somma di circa 125.000 euro.

La vicenda risale ancora alla fine degli anni Novanta, quando era sindaco Roberto Osso e la banca gestiva per il comune di Palmanova il servizio di tesoreria. Spiega il sindaco attuale, Francesco Martines: «All’epoca la convenzione, firmata nel 1995, prevedeva che sulle giacenze fosse applicato un interesse pari al tasso ufficiale di sconto più due punti.

La convenzione non poteva essere né sciolta unilateralmente, né modificata. A causa delle consistenti giacenze, la banca aveva dapprima chiesto di sciogliere la convenzione e poi di ridurre il tasso d’interesse al solo tasso ufficiale di sconto.

E tale condizione è stata effettivamente applicata per gli anni ’98 e ’99, fino cioè al termine della convenzione. Il Comune nel 1999 ha ritenuto di far ricorso al Tar essendo quello della tesoreria un servizio pubblico».

Il tribunale amministrativo nel 2009 ha tuttavia detto che la questione non era di competenza sua, ma del tribunale civile. Il Comune si è pertanto rivolto al tribunale della sede distaccata di Palmanova che nel 2012 ha dato ragione alla Banca, ritenendo che il tasso applicato fosse equo.

«Ma – aggiunge Martines – non era una questione di equità o meno; in discussione era il cambiamento delle condizioni in corso di convenzione, condizioni per le quali quella banca era stata scelta per il servizio tesoreria. Per questo motivo, abbiamo deciso di ricorrere alla Corte d’Appello.

La banca nel 2015, in corso di causa, ci aveva chiesto dapprima di non andare avanti con l’azione giudiziaria, offrendosi di pagare le spese legali, poi aveva proposto un accordo attorno ai 20.000 euro.

Ma abbiamo preferito non accettare». È del 16 marzo la pubblicazione della sentenza della Corte d’Appello che dà ragione al Comune e condanna la Banca a pagare 91.000 euro (che sono quelli spettanti per l’abbassamento del tasso sulle giacenze) più gli interessi maturati su tale cifra fino ad oggi.

«Abbiamo stimato che la cifra complessiva – conclude il sindaco – possa attestarsi attorno ai 125.000 euro». La Banca potrebbe tuttavia ora ricorrere in Cassazione.

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