Il collezionista di locandine di film: "Ne ho quattromila"

Viaggio nello studio del grafico Giaiotto, inventore del carattere tipografico “Giorgio”. Il pezzo più ambito? “Il bacio dell’assassino” di Stanley Kubrik, un foglio rarissimo
Udine 9 gennaio 2020 Giaiotto Roberto ©Foto Petrussi
Udine 9 gennaio 2020 Giaiotto Roberto ©Foto Petrussi

UDINE. Pareti ricoperte di scaffali, libri e poster, scrivanie inondate di disegni, schizzi, giornali, riviste e poi gli attrezzi del mestiere, carte, colori, matite in uno splendido disordine in cui non si sa dove fermare lo sguardo. Lo studio udinese di Giorgio Giaiotto “parla” ancora prima che il maestro inizi a raccontare il proprio lavoro: «Mi piace più usare il disegno che le parole», confessa.

Classe 1938, udinese di nascita, Giaiotto è autodidatta appassionato, disegnatore, grafico, pittore, artista con una predisposizione innata per il disegno e la creatività: i suoi primi lavori risalgono al 1953 e la sua prima vignetta fu pubblicata su La Settimana Enigmistica. Nel 1966, quasi per gioco, creò un carattere tipografico che vinse un premio internazionale a New York e che la Visual Graphic Corporation chiamò, non a caso, Giorgio.

Alla scoperta del collezionista udinese di locandine di film


«È stato faticoso seguire la mia passione, ma mi ha dato tante soddisfazioni, i miei lavori sono arrivati in tutto il mondo, dalla Russia al Brasile».

La locandina originale del film “Il bacio dell’assassino” di Stanley Kubrik spicca su tutte quelle appoggiate sulla sua scrivania: «È un pezzo rarissimo nella mia collezione – spiega – i poster dei film di Kubrik sono quelli a cui sono più affezionato, sia per la bravura del regista sia per la qualità della grafica con cui furono realizzati». Ed ecco che fa apparire sul tavolo anche “Orizzonti di gloria”, “Il dottor Stranamore”, “Arancia meccanica”, tutte locandine illustrate ad arte.

«La collezione si è formata negli anni cercando in giro per l’Italia e attraverso proficui scambi con altri collezionisti: trovare questi pezzi nei mercatini è molto più difficile».

Oggi sono circa 4.000 i manifesti, ma ci sono stati tempi in cui arrivavano addirittura ad uno zero in più: «li ho venduti o scambiati, tenendo solo i migliori, quelli più rari e di maggior valore, quelli che non sono stati realizzati con fotografie ma con dipinti e grafiche d’artista dagli anni ’50 in poi». Una raccolta che spazia in tutti i generi cinematografici, da un giovanissimo Tom Cruise ritratto insieme a Paul Newman nella locandina de “Il colore dei soldi” (1986) fino all’inquietante grafica de “Il cartaio” di Dario Argento (2003).

Fanno parte della collezione non solo i grandi manifesti e le locandine, ma anche le cosiddette foto-buste cinematografiche, realizzate con le foto e non con i disegni fatti a mano: sono decisamente rare perché all’epoca l’opera artistica costava molto meno della fotografia, l’esatto contrario di ciò che succede oggi.

Ad inizio dicembre settanta opere della collezione Giaiotto sono state utilizzate per l’esposizione Cinetype – Grafica & Cinema, un progetto di Constraint Magazine in collaborazione con la Tipografia Marioni all’interno dello spazio Marioni di via Percoto appena ristrutturato.

«Sto lavorando ad una nuova mostra dedicata alla mia collezione: – racconta il maestro – almeno un centinaio di pezzi che saranno esposti a Udine entro l’estate e di cui non posso ancora rivelare i dettagli».
 

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