«Il caso Michelini? Concorso regolare usato per screditare»

L’amministrazione comunale di Udine replica al capogruppo del Pd Alessandro Venanzi in merito alle perplessità sollevate dall’esponente dem sul fatto che il figlio del vicesindaco, Andrea Michelini, sia entrato a far parte della Polizia locale. Un’assunzione avvenuta al termine di un concorso pubblico, con il giudizio di merito che è stato espresso da una commissione tecnica e non politica.

Proprio per questo l’amministrazione considera «di particolare gravità» le parole usate dal consigliere Venanzi. «Parla di “inopportunità” – si legge in una nota diffusa da palazzo D’Aronco – evocando in questo modo il mancato rispetto della regolare procedura di valutazione da parte della Commissione che, è utile ricordarlo, è formata da tecnici e rigorosamente preclusa alla politica. I concorsi pubblici svolti regolarmente – aggiunge – non dovrebbero essere utilizzati come arma di scontro e delegittimazione dell’avversario, perché così facendo si colpisce non solo il parente, il cui diritto a partecipare al concorso è tutelato e normato dalla legge, ma anche il lavoro della Commissione e la credibilità dell’amministrazione nel suo insieme, fatta di procedure chiare e professionisti seri la cui onestà non può in alcun modo essere messa in discussione attraverso semplici ma gravissime allusioni».

Per Venanzi non era il caso che il figlio del vicesindaco provasse a entrare nella Polizia locale di Udine, proprio per sgomberare il campo da qualsiasi tipo di insinuazione o strumentalizzazione. Una posizione non condivisa dall’amministrazione comunale, che precisa: «Andrea Michelini si è dimostrato non solo in possesso di tutti i requisiti per la partecipazione al concorso, ma anche dotato di una preparazione tale da garantirgli il settimo posto in graduatoria. A quel punto, sarebbe stato non solo inopportuno, ma addirittura illegale negare al candidato il posto».

Nella nota del Comune si fa quindi riferimento a ciò che è avvenuto nella scorsa legislatura, quando in maggioranza sedeva anche Alessandro Venanzi: «A dimostrazione del fatto che gli affidamenti si effettuano sulla base delle competenze e non su quella delle parentele, va ricordata la nomina della sorella dell’ex sindaco Furio Honsell come progettista, e non solo dalla vecchia giunta di centrosinistra, ma anche dall’attuale. Allo stesso modo il legame degli ex assessori Cinzia Del Torre e Simona Liguori con dei dipendenti del Comune, non ha limitato né il loro diritto di elettorato passivo, né la loro nomina in giunta».

L’intervento dell’amministrazione si chiude con un auspicio rivolto a Venanzi: «Ci auguriamo che questo tentativo di infangare e condizionare un ragazzo all’inizio della sua carriera alle dipendenze di un ente pubblico si riveli un caso isolato e non un metodo, e che il consigliere si scusi con il diretto interessato». —

A.C.

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